
Da padre Eligio (al secolo Angelo Gelmini) a suor Paola (Paola D'Auria, prima di diventare monaca). Uomini e donne di fede cristiana e sportiva. Per loro due grani di uno stesso rosario; del resto cos'è il calcio se non anch'esso una fede? Nel pallone.
Eligio, milanista, 93 anni, e Paola, laziale, 77: religiosi di epoche diverse (che show sarebbe stato vederli bisticciare l'uno contro l'altra...), entrati nella storia del football con la speranza, da parte dei tifosi, di trovare attraverso di loro qualche santo in paradiso. Suor Paola - laziale per grazia (o disgrazia, secondo i romanisti) ricevuta - ci ha lasciati ieri e di lei resteranno (oltre alle tante opere pie) la simpatia e i sorrisi delle sue comparsate tv nel teatrino di un piccolo schermo - non certo benedetto - ma neppure dannato dallo squallore odierno. Suor Paola era moderna rispetto ai suoi tempi e dal '93 al 2005 è stato il volto sorridente di «Quelli che il calcio», spesso duettante con lo juventino Idris, pseudonimo di Edrissa Sanneh, l'opinionista gambiano innamorato della Vecchia Signora.
Suor Paola nelle ultime volontà ha lasciato scritto di voler fare, prima del funerale, un ultimo giro davanti al suo stadio Olimpico in un tripudio di bandiere e sciarpe biancocelesti. La sua battuta più divertente? Quando Chaterine Spaak la invitò nel programma «Harem», lei rispose: «Ci devo pensare, una suora in un harem non è il massimo...».
Ma, a onor di cronologia, la primogenitura di un monaco «curvarolo» va riconosciuta a padre Eligio, 93 anni: francescano ormai non più «operativo» sugli spalti di San Siro per evidenti limiti di età, ma che dal suo eremo di Cetona (Siena) continua a tifare per il Diavolo (inteso come Milan): fu lui l'antesignano della figura sacra e un po' profano del «consigliere spirituale» per un club di Serie A e, narra la leggenda, che Rivera e Rocco si confessassero (tanti peccati veniali e qualcuno mortale) solo con lui.
Più volte portato in trionfo è stato poi il «frate ultrà» del Cosenza, padre
Fedele Bisceglia, 86 anni, unico a organizzare una «confraternita» tra tutte le tifoserie d'Italia. «Perché il calcio è unione tra popoli diversi», continua a ripetere - inascoltato - dal suo villaggio missionario in Africa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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