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Strage Stradella, Melyshi: "E' stata la volontà di Dio" Pm: "Dissapori familiari"

È stato arrestato con l’accusa di omicidio pluriaggravato, con crudeltà e premeditazione: l’albanese Melyshi è accusato di essere l’autore della strage di Stradella. In nottata trasferito all'ospedate di Voghera

Strage Stradella, Melyshi: 
"E' stata la volontà di Dio" 
Pm: "Dissapori familiari"

Pavia - È stato arrestato con l’accusa di omicidio pluriaggravato, con premeditazione e crudeltà, l’albanese Alfred Melyshi accusato di essere l’autore della strage di Stradella. Ai carabinieri che ieri lo stavano portando in ospedale, l'uomo avrebbe detto: "È stata la volontà di Dio". In realtà, secondo il procuratore di Voghera, Francesco De Socio, sarebbero stati i gravi dissapori tra Melyshi, il fratello Anton e la cognata, il movente del triplice omicidio avvenuto ieri.

I dissapori in famiglia "Si tratta di un movente - ha detto il magistrato - per ora debole, ma è un movente" su cui si stanno facendo approfondimenti. Alfred Melyshi, accusato di omicidio plurimo e pluriaggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà, da qualche anno viveva a casa del fratello Anton, anch’egli autotrasportatore. Ultimamente però Anton e la moglie, uccisa ieri insieme alla figlioletta di tre anni e a sua sorella, la zia della piccina, «volevano mandarlo via da casa - è stato riferito - perchè ritenevano fosse lui il bersaglio della faida con un’altra famiglia di albanesi, ma lui non ne voleva sapere» Il procuratore De Socio ha ribadito che la famiglia di albanesi con cui era in corso una sorta di faida "non c’entra nulla" con la strage.

Il trasferimento a Voghera L’albanese fermato per il triplice omicidio di Stradella è stato trasferito in nottata dall’ospedale della cittadina dove è avvenuta la strage a quello di Voghera, dotato di una o più stanze blindate per le persone detenute o raggiunte da misure restrittive.

Da quanto si è saputo il trasferimento dell’uomo, che non è in pericolo di vita, è avvenuto al termine dell’intervento al polmone per le ferite che si era autoinferte dopo la strage della nipotina di tre anni, la cognata e la sorella della cognata.

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