Stramilano made in Cina La Lega: «Che affronto»

Stramilano made in Cina La Lega: «Che affronto»

Eh no, una Stramilano «made in China» proprio no. Mica è la Strapechino. A rivendicare le origini milanesi della corsa dei 50mila, che si disputerà domenica, è la Lega Nord. Il capogruppo Matteo Salvini ha presentato un’interrogazione urgente al sindaco Letizia Moratti e all’assessore allo Sport Alan Rizzi per avere chiarimenti sulla provenienza del materiale distribuito in occasione della mezza maratona milanese. Al Carroccio infatti sono arrivate varie segnalazioni e pare che sia la sacca, sia la pettorina consegnate ai corridori al momento dell’iscrizione, siano state prodotte nei laboratori cinesi. Idem per la magliettina blu con il logo Stramilano.
Percarità, non se ne fa né una questione di marchio né una questione di qualità dei materiali. Ma affidarsi ai cinesi per preparare la corsa milanese vorrebbe dire perdere una bella occasione per dare lavoro agli imprenditori locali. «La Stramilano - sostiene Salvini - deve sì far divertire ma anche far lavorare uomini e imprese di Milano, soprattutto in un periodo come questo». Per un’azienda milanese stampare 50mila sacche e pettorine, più le borse per la Stramilanina dedicata ai bambini e quelle per la corsa competitiva riservata agli atleti sarebbe stata una bella boccata di ossigeno. Una richiesta di lavoro che sicuramente avrebbe risollevato le sorti dell’ultimo bilancio. Da qui la rivendicazione della Lega che, dopo aver dato inizio alla sua campagna elettorale all’interno di una fabbrica, lo aveva messo in chiaro fin dall’inizio: «Staremo vicino agli interessi degli imprenditori e degli operai lombardi». Così è, anche in questa richiesta di chiarimento. Milanesi sono i partecipanti, milanesissimo è il percorso (con partenza da piazza Duomo) e italianissima è la madrina che terrà a battesimo la gara: Fiammetta Cicogna, la bella testimonial degli spot della Tim. Cinesi invece le magliette. «Vedere Formigoni e Penati alla Stramilano con il cappellino made in China - aggiunge il leghista Fabrizio Cecchetti dai banchi del Consiglio regionale - non è un buon segnale per nessuno». A rispondere alle critiche sollevate dalla Lega è Rizzi, assessore allo Sport: «Anziché pensare a queste cose - replica - Salvini veda di fare un po’ di sport. La sua è solo campagna elettorale. Il Comune non si può mettere a controllare, manifestazione per manifestazione, da dove proviene tutto il materiale utilizzato.

Comunque, ci risulta che i fornitori della Stramilano siano italiani. Se poi si appoggiano alle aziende cinesi per produrre le magliette o il materiale, non è affare nostro, non possiamo impedirlo né c’è nulla di illecito».

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