Stretta sulla movida, ecco le regole

Basta con la movida caotica e la cultura dello sballo. La vita notturna da ora in poi seguirà regole precise e condivise, quelle messe nero su bianco ieri mattina in un protocollo per il divertimento sicuro che prevede un impegno reciproco da parte di esercenti e Comune. Si punta, attraverso la stipula di patti a livello locale, a cancellare dalle cronache storie di risse, di coltelli, di schiamazzi e conseguenti proteste dei cittadini.
Rispettando le regole stabilite i gestori dei locali otterranno e manterranno la certificazione di qualità e potranno prorogare l’orario di apertura fino alle 5 del mattino. Una sorta di patente a punti: chi non si attiene alle prescrizioni verrà immediatamente privato del marchio di qualità da un’apposita commissione. Ma vediamo quali sono queste regole decise dal sindaco Gianni Alemanno d’intesa con Confesercenti e Confcommercio. Innanzitutto niente alcolici per i minori di 16 anni e l’impegno ad utilizzare solo barman maggiorenni, dunque «penalmente responsabili» in caso di violazione dei dipositivi del protocollo, oltre a quello di promuovere messaggi di sensibilizzazione contro l’abuso di alcol e contro lo sballo. Ed è già un passo avanti, visto che secondo l’Istituto superiore di sanità circa il 17 per cento dei ragazzi che si rivolgono al pronto soccorso a seguito di un’intossicazione da alcol ha meno di 14 anni. Pub e discoteche dovranno inoltre essere in possesso di una certificazione di impatto acustico rilasciata dall’Arpa e rispettare i limiti previsti. I locali dovranno attivare servizi di accoglienza e instradamento al rientro sicuro dei clienti, sia all’interno che nelle vicinanze dell’esercizio, impegnando personale appositamente formato, anche dipendente di società esterne. I varchi e i parcheggi saranno controllati e regolamentati, i giovani accolti e seguiti, anche da un servizio di vigilanza mista pubblico-privata che verrà promosso in collaborazione con prefettura e questura. Chi, a fine serata, non sarà in grado di guidare verrà indirizzato dal personale verso autobus o taxi. Allo studio l’ipotesi di utilizzare navette per il trasporto e di avvicinare alcuni capolinea alle zone del divertimento notturno. E i primi cambiamenti su questo fronte si potranno vedere a Testaccio, nella zona a più alta concentrazione di locali della capitale, dove già la prossima settimana dovrebbero essere istallate telecamere a circuito chiuso dentro e al di fuori di tutte le discoteche. Si spinge molto sull’esigenza di un rientro in sicurezza: per mezz’ora, prima della chiusura, locali e discoteche suoneranno musica rilassante a basso volume e somministreranno soltanto acqua. «Trenta minuti di decompressione, per far scemare i fumi dell’alcol», spiega il delegato del sindaco al centro storico Dino Gasperini. Il protocollo è attivo da subito. Poi, nei prossimi giorni, saranno firmati patti locali zona per zona, a seconda delle singole esigenze. «Siamo arrivati alla firma di questo protocollo - spiega Alemanno - perché vogliamo una Roma aperta 24 ore su 24, ma trovando una terza via tra il coprifuoco e il divertimento selvaggio. Questa terza via sono regole partecipate, come quelle di questo accordo sottoscritto tra due associazioni ma che varranno per tutte le categorie di esercenti della vita notturna». «Non vogliamo dare l’immagine di una Roma che non sa divertirsi - commenta il presidente di Confesercenti Roma Walter Giammaria - Questo è un primo accordo che gli esercenti dovranno rispettare e che potrà essere esteso ad altre fasce e settori del divertimento».

Per Antonio Flamini, presidente della Silb-Fipe (associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo), «i locali notturni non devono essere visti come una minaccia, ma una risorsa per chi vuole fare impresa e divertirsi senza danneggiare chi vuole riposare o rientrare a casa in sicurezza».

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