Gli studenti «okkupano» le aule sbagliate e puliscono

Gli universitari entrano in un locale affittato di via delle Fontane poi mostrano volantini e striscioni di protesta

Gli studenti «okkupano» le aule sbagliate e puliscono

Luciano Gandini

La Pantera ora si chiama «Collettivo dell’Humpty Dumpty». Sono gli universitari che occupano e autogestiscono. E che ieri hanno provato a fare la loro prova di forza. Hanno deciso di prendersi qualche locale dell’Università, qualche «fondo» del Polo didattico di via delle Fontane. Sono entrati da un cancello chiuso, in uno di quegli immobili da cui l’Università aveva allontanato negli anni i negozianti che ci lavoravano. E che, in larga parte, ora restano vuoti e inutilizzati. I ragazzi del Collettivo hanno però sbagliato porta e si sono ritrovati in un fondo che è sì di proprietà dell’Università, ma che è anche concesso in affitto a un privato. Il quale è arrivato, si è stupito dell’occupazione, ha chiesto spiegazioni. Gli studenti ribelli, più sorpresi di lui, hanno chiesto scusa, hanno fatto dietrofront, hanno anche pulito dove già avevano imbrattato. L’affittuario ha anche deciso di chiudere lì la faccenda, senza denunce, mentre i ragazzi si sono messi alla ricerca di un altro locale da occupare, mostrando i loro striscioni e distribuendo volantini con la rivendicazione dei loro diritti. Naturalmente contro la Moratti e i suoi predecessori, contro il sistema scolastico. In nome del prezzo politico dei libri e della «kultura», degli spazi sociali e delle sfide alla globalizzazione.
Tutti cavalli di battaglia che ricalcano quelli cari agli okkupanti del centro sociale Buridda, che si è stabilito in pianta stabile quanto abusivamente nell’ex Facoltà di Economia e Commercio di via Bertani. Ieri il caso è riesploso in Comune, dove il capogruppo Udc Paolo Repetto ha presentato un’interpellanza alla giunta sul mancato intervento del Comune. La risposta, da dare alle stesse contestazioni mosse anche da Edoardo Rixi della Lega, come da Bernabò Brea di An, è toccata all’assessore Alberto Ghio. Che ha stupito tutti. «Ci sono due punti da chiarire - ha sintetizzato Ghio -. Uno riguarda la proprietà dello stabile. Non sappiamo ancora se è nostro o dell’Università. Ci sono tecnici che stanno lavorando per risolvere il dubbio. L’altro è legato alle motivazioni di questi ragazzi. Io ho parlato con loro, è stato un dialogo interessante. Hanno bisogno di una sede e credo che se la questione della proprietà sarà risolta in favore del Comune, noi dovremo occuparci di trovare una sede idonea per loro, magari anche lo stesso edificio. Sono persone preparate, in gamba. Piuttosto non sapevo dessero fastidio a chi abita in zona e ai frati. Se il problema è questo, vedrò di farlo loro presente».

Se il primo dubbio dell’assessore viene comunque risolto dal fatto che, di sicuro, la proprietà dello stabile non è degli occupanti abusivi, il secondo dimostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il Comune i ragazzi del Buridda se li vuole proprio coccolare.

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