da Roma
Confindustria vuole riaprire il confronto con i sindacati sulla riforma dei contratti. Ed è anche disposta a farlo «a tavoli separati». Non più, quindi, aspettando che le tre principali confederazioni, Cgil, Cisl e Uil, si mettano daccordo. La novità emerge dalle parole pronunciate ieri dal vice presidente di Confindustria Alberto Bombassei a una tavola rotonda organizzata nellambito del 14° congresso della Uil. «Chi cè, cè», ha detto con un chiaro riferimento alla Cgil che tempo fa fece saltare il tavolo.
Lunedì era stato proprio il segretario generale del sindacato laico a lanciare lultimatum. Se Confindustria insisterà sulla necessità di un accordo preventivo tra i sindacati, ha detto Luigi Angeletti, la considererò «la ricerca di un alibi per non fare nulla». Unaffermazione che ha fatto storcere la bocca a Cgil e in parte anche alla Cisl.
Ma la risposta di Bombassei non ha deluso le aspettative. La disdetta dellaccordo del 93 «la considero più una battuta». Confindustria un accordo lo vuole. Ma a questo punto «basta sedersi a parlare, nessuno ha messo il veto per farlo anche separatamente. Noi siamo democratici, ascoltiamo tutti». E la Cgil che ha già fatto saltare il tavolo e, a differenza di Cisl e Uil, non vuole sentire parlare di una riforma che, necessariamente, rafforzerebbe la contrattazione aziendale e territoriale a scapito di quella nazionale? «Sono due anni che non si mettono daccordo, ma i tempi sono scaduti e il Paese non può aspettare all'infinito, anche se mi auguro - ha aggiunto - che ci siamo tutte e tre» le sigle sindacali.
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