Sulla casa l’emergenza sta per finire

Sul fronte casa l’emergenza sta per finire. Grazie a una serie di iniziative del Comune e della Regione (studiate nell’ambito del piano casa e dei finanziamenti del governo Berlusconi) si cominciano a delineare soluzioni concrete per chi è in assistenza alloggiativa o è in attesa di una assegnazione. Da una parte il Campidoglio ha varato il bando per l’acquisto sul mercato immobiliare di alloggi già costruiti da assegnare agli aventi diritto. Dopo aver trovato le risorse finanziarie per coprire il bando, il delegato del sindaco per l’emergenza abitativa Marco Visconti, l’assessore al Patrimonio Alfredo Antoniozzi e il direttore dell’Ufficio Politiche abitative Raffaele Marra hanno invertito la rotta: non più assistenza alloggiativa nei residence (che peraltro comporta enormi oneri per le casse capitoline) ma case acquistate sul mercato, quindi già pronte per essere assegnate entro l’autunno. E poi un nuovo bando che prevede la possibilità di cambi di destinazione d’uso di fabbricati rurali con il quale trovare nuove risorse per l’edilizia pubblica.
Alla Regione, invece, le proposte più interessanti le sta avanzando l’assessore alla Casa Mario Di Carlo. E si tratta di iniziative che hanno come obiettivo sia la concretezza necessaria per dare risposte al problema alloggiativo, sia la necessità di salvaguardare l’ambiente. Un esempio? Premi di cubatura tra il 35% e il 50% per coloro che accetteranno di «buttare giù edifici costruiti nelle zone di massimo valore ambientale (come le aree A e B dei parchi) per ricostruire altrove». Questo uno dei contenuti del piano casa della Regione Lazio che verrà presentato in giunta tra due settimane. Di Carlo, partecipando alla presentazione di due proposte di legge sul diritto all’abitare all’ex Teatro Volturno, ha spiegato: «È una proposta che vuole cambiare radicalmente la situazione, all’insegna della tutela dell’ambiente, togliendo gli scempi che sono stati fatti e rendendo le aree di massimo valore ambientale di inedificabilità assoluta e proprietà del Comune. Finalmente ci sarà uno strumento appetibile per il mercato per fare risanamento ambientale».
«Per le case monofamiliari fino a quattro famiglie - ha detto Di Carlo - prevedremo il premio di cubatura del 20% (con un massimo di 200 metri cubi) non in elevazione ma solo a fianco degli edifici, mantenendo inalterati i distacchi, e con la salvaguardia di tutte quelle aree come centri storici, parchi e zone vincolate». Nel piano casa ci saranno «norme relative all’antisismico assieme ai certificati di fabbricato. Introdurremo l’edilizia sociale - ha aggiunto - dentro gli standard per qualsiasi nuova lottizzazione, quindi qualsiasi nuova costruzione dovrà prevedere una quota di case da dare in affitto all’interno dell’edilizia residenziale sociale, a circa 500-600 euro». Di Carlo ha poi criticato «i ghetti, interi quartieri destinati tutti all’edilizia sovvenzionata come Corviale, Tor Bella Monaca e Laurentino 38» che erano considerati il “fiore all’occhiello” dell’urbanistica tipica delle giunte rosse.

«Io ci sono nato in una casa popolare - ha detto l’assessore - e il mio punto di arrivo è un palazzo di 30 appartamenti in cui 10 sono in edilizia sovvenzionata, 10 in agevolata e 10 di proprietà. Solo così ci sarebbe coesione sociale».

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