Svolta negli Usa Il New Jersey abolisce la pena capitale

È il primo Stato americano a mandare in pensione il boia negli ultimi 40 anni Altri potrebbero seguirlo

Svolta negli Usa  Il New Jersey abolisce la pena capitale

da Washington

Non è stata più una sorpresa. La coincidenza con le pressioni dell’Onu sugli Stati Uniti è, appunto, solo una coincidenza. Però non è un gesto isolato e si iscrive in un trend la decisione del Parlamento statale del New Jersey di abolire la pena di morte. Ha detto sì il Senato, ha detto sì la Camera, ha promesso di firmare al più presto il governatore. Il voto è stato tutt’altro che plebiscitario: 44 a 36 la Camera Bassa, 21 a 16 la Camera Alta.
Ma anche così il New Jersey ha fatto di più che semplicemente modificare la propria legge penale. È sì il 14° Stato ad aver messo al bando la sedia elettrica e i suoi succedanei, ma è il primo ad averlo fatto dal 1976, da quando cioè la Corte Suprema, sotto la pressione dell’opinione pubblica, si rimangiò la storica sentenza con cui cinque anni prima aveva licenziato il boia in tutta l’Unione, definendo la pena di morte «crudele e inusuale», e dunque incostituzionale.
Quasi tutti gli Stati l’avevano nel loro codice, la grande maggioranza degli Stati si è precipitata a rimettercela una volta avuta l’autorizzazione. Non tutti: una quindicina non l’ha rimessa in vigore, oppure l’ha raccolta solo in linea di principio senza mai ricorrevi nei fatti; per esempio New York, grazie alla resistenza tenace dell’allora governatore Mario Cuomo, che ogni volta ha messo il veto al ripristino approvato dalle Camere. Questo è «passato» sotto il suo successore, ma quando l’entusiasmo era sbollito e quindi il ritorno è stato teorico mas non pratico.
Che il trend ci sia lo mostrano soprattutto le statistiche. L’anno che si chiude ha visto il minor numero di esecuzioni nell’insieme degli Stati Uniti negli ultimi tredici anni: 44 casi, meno della metà rispetto, per esempio, ai 98 del 1999. Sospensioni sono state decretate in diversi Stati tra cui l’Illinois, ma a seguito della constatazione di clamorosi errori giudiziari. La maggioranza degli Stati ha applicato la pena di morte, in questi anni, con una misura che denuncia la riluttanza: uno solo in trent’anni nel Connecticut, tre in Pennsylvania, uno nel Colorado.Maggiore entusiasmo hanno mostrato il Missouri (66), North Carolina (43), West Virginia (98).
Nessuno ha eguagliato né avvicinato il triste record del Texas, lo Stato di George Bush, che ha spento con iniezioni letali la vita di quattrocento detenuti. Il Sud in generale è più draconiano nelle pene, non solo capitali, nei confronti del Nord, più «illuminato». Anche nell’opinione pubblica la pena capitale ha perduto qualche simpatia, ma nel complesso degli Stati Uniti rimane popolare. Gli appelli e le censure dell’Onu trovano ben poco ascolto o vengono visti addirittura come la prova che gli europei «non hanno fiducia nella giustizia».
Le radici della diversità sono antiche e affondano nella stessa sensibilità religiosa, in un Paese in cui tutte le pene sono assai più aspre che altrove e il desiderio di vendetta spesso si identifica con quello di giustizia, tentazione accresciuta dalla minaccia terroristica. Né molti americani sono granché impressionati dal fatto che gli Stati Uniti condividono questo importante aspetto del sistema penale con regimi totalitari come la Cina o con Paesi arretrati sul piano dei diritti umani come molti nel Medio Oriente.

La risposta è che i condannati qui hanno diritto a tutta una serie di appelli, al punto che passano fino a vent’anni tra una sentenza e l’esecuzione. Passati nel braccio della morte, che a qualcuno pare invece l’aggiunta di un ergastolo.

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