Tè, pasticcini e shopping: un business tra amiche

Case come negozi. Amiche come clienti. Altro che semplice svago, il classico tè del pomeriggio diventa un vero business. Sono sempre di più, infatti, le romane che organizzano in casa degli shopping tea, tè pomeridiani in cui vendono le proprie creazioni. Un modo per stare in compagnia, ma soprattutto, «arrotondare» il bilancio familiare. La tecnica è semplice. Basta invitare una decina di amiche, preparare un tè con qualche dolcetto, poi mettere in mostra e in vendita i propri lavori. Di qualunque tipo.
La vendita in casa ha molti vantaggi. Non esistono limiti merceologici, i pagamenti sono esentasse e, per educazione, non si chiedono sconti, tantomeno si va via a mani vuote. E poi le spese sono ridotte al minimo: tè e pasticcini (una ventina di euro in tutto, meno se i dolci si fanno in casa), niente affitto di locali né pubblicità. Al massimo qualche telefonata, poi basta il tam tam delle amiche.
In casa si vendono collane, candele, borse, t-shirt e costumi da bagno decorati con paillettes e perline, bijoux, piccole sculture, quadretti e quant’altro, senza dimenticare i «souvenir» di chi approfitta delle vacanze per acquistare capi modaioli a basso costo da rivendere a cifre più alte. I prezzi, solitamente, variano dal minimo di 30 euro a pezzo al massimo di 100. Il guadagno è assicurato. Per un tè con dieci persone, il ricavato - tolte le spese di «rappresentanza» - oscilla tra 250 e 950 euro, ai quali vanno sottratti i costi per la creazione dei prodotti. La regola è ottimizzare, puntando su materia prima «povera» da rendere preziosa con fantasia. «Ho iniziato per caso - racconta Giovanna, 43 anni, che in casa alla Balduina, vende accessori con paillettes e perline -. Indossavo una delle mie collane, una vicina mi ha chiesto se gliene potevo fare una e si è detta pronta a pagarla. Alcune amiche le hanno chiesto dove potevano trovarle. Così sono nati i tè del pomeriggio. Al primo provavo imbarazzo, poi, ho visto che tutte si divertivano e a fine serata, quando ho fatti i conti, ho avuto una sorpresa piacevole». «Ufficialmente è un modo per stare insieme e fare qualcosa di diverso - per Emilia, 57 anni, che al quartiere Trieste, vende ceramiche - ma mentirei se dicessi che non è un bell’aiuto a fine mese. Senza contare la gioia di vedere apprezzate le mie creazioni. Tutti possono fare complimenti, ma quando sono disposti a pagare per qualcosa che hai fatto, capisci che sei diventato veramente bravo».
Chi non ha talenti particolari non si deve preoccupare. In casa si vende di tutto. Anche la cultura personale. Paola, 62 anni, ex-insegnante, nel suo appartamento a Ponte Milvio organizza lezioni di storia e arte per signore: «È un’esperienza nuova. Prima parlavo ai ragazzi, ora mi confronto con coetanee che pagano per ascoltarmi.

Faccio lezione due volte a settimana a gruppi diversi di circa 15 persone ognuno. Chiedo cinque euro a ospite. Offro tè ma pochi dolci per evitare distrazioni. Al mese, tolte le spese, sono 550 euro». Insomma, chi trova un’amica trova un tesoro. Davvero.

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