Teniamoli No, là si rischia che restino impuniti

Mantenere i romeni che delinquono costa all’Italia, come documentato dall’inchiesta che pubblichiamo, quattrocentomila euro al giorno. Una cifra che, consistente in ogni caso, lo diventa ancor più in tempi calamitosi per l’economia. Acquista allora ragionevolezza l’idea di rispedire questi trasgressori della legge al loro Paese: sempre che il loro Paese s’impegni a far espiare in luogo le pene inflitte dalla magistratura italiana.
Non mi sogno nemmeno d’addentrarmi nei problemi di diritto nazionale e internazionale che da un accordo del genere potrebbero derivare,e che di sicuro indurrebbero gli esperti a stappare lo champagne.I casi complessi sono, per i dottori sottili, una manna: basta ripensare al tortuoso itinerario geografico e giuridico di Cesare Battisti. Quella di lavarsi le mani della grana rappresentata dalla criminalità romena è, per un’Italia già afflitta dai guai d’una giustizia indecente, una grossa tentazione. Io credo che alla tentazione sia opportuno resistere.
Per dirla in soldoni, qui si confrontano due aspetti della stessa questione. Da una parte una praticità sbrigativa e attenta al soldo consiglia di liberarsi degli stranieri indesiderabili, se i reati da loro commessi non sono della massima gravità, così decongestionando le cancellerie di Tribunali sommersi dai faldoni. Dall’altra parte sta l’esigenza di far capire, a stranieri e a italiani, che il crimine non paga, e che se uno viola la legge e viene identificato e arrestato, deve rimanere in galera per un tempo congruo. Si potrà obbiettare che in galera ci rimarrebbe egualmente, ma in Romania. Non voglio aver l’aria d’anteporre la giustizia italiana - della quale penso tutto il male possibile - alla giustizia romena. Ma non stiamo parlando d’un Paese immune dalla corruzione e dal lassismo, presumibilmente accresciuti se si tratta di tenere in cella un connazionale che ha infranto la legge, ma fuori dai confini. Già lamentiamo le troppe scarcerazioni italiane, alcune delle quali gridano vendetta al cielo. Temo che ne dovremmo registrare di ancor più scandalose - e senza che le nostre proteste avessero il minimo effetto - qualora i delinquenti fossero affidati alle autorità romene. Anche se l’espulsione dei criminali fosse in teoria limitata a reati cosiddetti minori, personalmente non mi sentirei tranquillo. Lo stupro - per il quale sono trovate mille scusanti, a cominciare da droga e ubriachezza - è minore o maggiore, e lo scippo in danno di anziani, e i furti nelle ville, e lo spaccio?
Lo so, sorvegliare i romeni, alloggiarli, sfamarli - in carceri che sempre scoppiano - impone alti costi e anche un maggior disagio per gli altri detenuti.

Non c’è in questa circostanza un bene contrapposto al male. Ci sono due mali. Bisogna scegliere e, se toccasse a me, sceglierei la gestione in Italia dei condannati romeni. Che da questa prospettiva, visto l’andazzo nazionale, non sarebbero impauriti più che tanto.

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