È un Rafael Nadal emozionato, quello che parla a Madrid prima dell'esordio in campo in quella che sarà la sua ultima apparizione davanti al pubblico della Caja Magica, probabilmente anche perché ben consapevole di non avere i mezzi per competere ad alti livelli e puntare alla vittoria come ha fatto in tutti gli anni della sua lunghissima carriera.
"Ho avuto la fortuna di essere amato in tutto il mondo, ma qui a Madrid l’appoggio che ho ricevuto nel corso degli anni è stato qualcosa di speciale", ammette Rafa, pur trattandosi di un torneo che lo ha visto trionfare "solo" in 5 edizioni, l'ultima delle quali nel 2017 in finale contro l'austriaco Dominic Thiem. "Per quello domani sarà in campo anche se non mi sento bene", prosegue.
Troppo altalenanti le sue condizioni di salute per poter avere un'idea chiara di ciò che accadrà in campo. "La settimana mi ha dato sensazioni positive e altre meno. Il servizio e migliorato, altre cose no. Non sono pronto per giocare al 100%, ma sono pronto per entrare in pista", dichiara il toro di Manacor, "sono qui per l’ultima volta e per me significa molto poter entrare in campo domani". Il lungo addio al mondo del tennis continua, dunque, e pare già esserci un momento chiave, dato che Nadal ha dato la sua disponibilità a far parte del Team Europe nella prossima edizione della Laver's Cup, in programma dal 20 al 30 settembre: alcuni hanno ipotizzato che "l'ultima danza" del tennista spagnolo possa avvenire nel torneo che ha visto dare l'addio al professionismo da parte del suo rivale e amico Roger Federer nel 2022.
Il prossimo impegno in campo contro Darwin Blanch, un 16enne americano di 21 anni più giovane di lui. "Non lo conosco granché, non l’ho visto giocare molto", ammette Rafa. "Spero di godermela e di competere al meglio, anche se è un po’ un’incognita". Forse anche più di un'incognita, dato che il fenomeno di Manacor ammette tutti i limiti della propria condizione fisica e atletica. "In un mondo ideale domani andrei in campo senza limitazioni, e in quel caso accetterei senza problemi la sconfitta. Ma non è così", spiega infatti i presenti.
"Per quella che è la mia mentalità domani se non fossimo qui a Madrid non giocherei, ma qui entrano in ballo le emozioni e mi portano a prendere la decisione di scendere in campo per motivi totalmente personali", prosegue. Scendere in campo solo per essere presente non è da lui, ed è questa la sofferenza più grande. "Sono una persona competitiva, non nascondiamoci: gioco per dare il massimo, e se mi chiedi se in quel secondo set a Barcellona sono stato felice la risposta è no", precisa Rafa."Io nella mia vita sono stato felice quando ho potuto sforzarmi al massimo, e ora non lo posso fare".
Nessuna illusione per i suoi tifosi, dunque, ma non solo per Madrid, anche Parigi sembra a rischio, e Nadal non si nasconde dietro un dito. "Vediamo cosa succederà nelle prossime 3 settimane", spiega,"l’obiettivo è arrivare a Parigi, ma se si può bene, se non si può bene lo stesso. Diciamo che se oggi fossimo al Roland Garros domani non scenderei in campo". A rischio la presenza nel suo Slam, quello dei record, quello in cui ha un bilancio strabiliante di 112 vittorie e solo 3 sconfitte.
"A Parigi giocherò solo se mi sentirò in grado di competere al meglio, altrimenti non ha alcun senso", annuncia, "anche perché il mondo non finisce li: poi ci sono le Olimpiadi e altre competizioni di formato diverso che sono interessanti”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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