“Dai che ti voglio bene”. C’è uno spauracchio che si aggira per Torino: ha appena dato un buffetto a Carlos Alcaraz, eliminato in due set dal torneo, e già punta verso la finale della Atp Finals di domenica: “Ho detto che nel 2025 voglio migliorarmi, ma non è che questo torneo non mi interessi…”.
Alexander Zverev detto Sasha quando parla fa capire di essere diventato adulto: non dice mai cose banali, sa dosare una battuta con la serietà così come ormai alterna i suoi colpi vincenti in campo. È la trasformazione di un giovane mancato predestinato, che adesso è diventato il pericolo numero uno sulla strada del trionfo di Sinner che tutti aspettano. E c’è da aver paura: “Se devo dire quale sia il miglioramento più evidente è quello nella volée: ne ho parlato tanto con Misha, mio fratello, e lui mi ha dato un sacco di consigli. Però forse è per quello che sono numero due del mondo e non il numero uno…”.
Divertente, Sasha, come quando racconta che durante il match contro Alcaraz ha chiesto un consiglio sempre a Misha, ex giocatore, su come rispondere al servizio: “Mi ha suggerito 50 cose diverse in tre lingue differenti e non capivo nulla. Poi è intervenuto mio padre dicendomi solo di arretrare di 8 metri: ha funzionato”. Serissimo invece quando parla di quello che ha capito del tennis e del suo futuro: “Questo gioco non è più difensivo, bisogna attaccare sempre. Per questo ho lavorato tanto sulla risposta, ormai è il colpo decisivo: rispondere e attaccare.
Migliorerò ancora: non è un segreto che sul mio calendario c’è segnato il Roland Garros, è lo Slam che voglio vincere”. Là dove due anni fa si ruppe i legamenti della caviglia in una scivolata. Tornato dopo 12 mesi Sasha, a 27 anni, ha imparato il senso della vita. A Torino, ora, c’è chi è molto preoccupato.
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