Siriano, 26 anni, in Germania dal 2022: Issa al Hasan è l'attentatore di Solingen, che nella serata di venerdì 23 agosto ha assaltato il pubblico della festa di Solingen, organizzato per festeggiare i 650 anni della fondazione della città. Al suo arrivo aveva chiesto asilo nella città di Bielefeld, nella Renania Settentrionale-Vestfalia. Provenendo dalla Siria, Paese in guerra, ha ottenuto lo status di rifugiato con protezione speciale. Stando alle prime informazioni finora ottenute, è di religione islamica-sunnita ma non è chiaro se si sia radicalizzato al suo arrivo in Germania o se sia arrivato nel Paese con un background precedente. Secondo i media, in precedenza non era noto ai servizi di sicurezza come estremista. Tuttavia, secondo il trattato di Dublino del sistema europeo di asilo, la Bulgaria era il Paese competente e pertanto le autorit tedesche avevano fatto domanda di trasferimento, accettata. Il tentativo di espulsione è fallito nel giugno 2023, perchè il 26enne era scomparso dall'alloggio per rifugiati in un’ex caserma a Paderborn dove risiedeva.
Si è costituito a oltre 24 ore dall'attentato terroristico compiuto al Festival, dopo un'intera giornata di ricerche da parte dalla polizia e dalle forze speciali. Pare si fosse nascosto in un cortile non troppo distante dal luogo dell'attentato, nei pressi del bidone in cui le forze dell'ordine avevano trovato nelle ore precedenti il coltello usato per l'assalto. Si è presentato autonomamente alla polizia, che nella serata di ieri si è concentrata nei pressi di un centro per rifugiati dove ha effettuato anche altri due arresti e dove viveva lo stesso terrorista. "Sono io l'uomo che cercate", avrebbe detto agli agenti. Zuppo dalla pioggia, indossava ancora gli abiti sporchi di sangue indossati durante l'assalto. Gli investigatori hanno dichiarato di aver raccolto anche prove della sua colpevolezza. Il suo attentato ha causato 3 morti e 9 feriti, di cui 5 gravi. Nella giornata di domenica è stato trasferito in elicottero nella città di Karlsruhe per comparire davanti ai giudici, che hanno deciso per lui la permanenza in carcere, in attesa di ulteriori indagini e di un possibile atto di accusa, dopo che i procuratori federali hanno affermato che condivideva l'ideologia radicale del gruppo estremista dello Stato islamico e che stava agendo in base a tali convinzioni.
Il ministro degli Interni della regione Nord Reno-Westfalia, Herbert Reul, nella serata di ieri è andato in tv e ha confermato l'arresto: "Abbiamo appena arrestato il vero sospettato. L'uomo che abbiamo cercato tutto il giorno è stato arrestato". Prima che il terrorista si costituisse, la polizia aveva arrestato altre due persone in un vicino centro per rifugiati: un 15enne kirghiso e un altro siriano, entrambi accusati di aver avuto informazioni in merito all'attentato e di non averle riferite alle forze dell'ordine. Per tutta la giornata di sabato è rimasto in sospeso il sospetto che l'attacco al coltello fosse un attentato terroristico ma la polizia ha preferito non sbilanciarsi, spiegando che comunque quella pista non era esclusa. Uno dei sopravvissuti all'attacco, sentito dalla polizia, ha dichiarato che l'uomo, mentre compiva il suo assalto con coltello, ha urlato "Allah Akbar" e che lo conosceva di vista perché frequentava la moschea locale.
In serata, poco prima dell'arresto del terrorista, è arrivata la rivendicazione dell'Isis mediante un comunicato su Telegram da parte di Amaq, braccio propagandistico dello Stato islamico: "L'autore dell'attacco contro un raduno di cristiani nella città di Solingen, in Germania, ieri era un soldato dello Stato islamico". L'attentato, ha aggiunto Amaq, è stato compiuto come "vendetta per i musulmani in Palestina e ovunque". La stessa rivendicazione è stata fatta anche alla polizia di Dusseldorf mediante una lettera che si ritiene autentica. Era dal 2016, dall'attentato ai mercatini di Natale di Berlino, che la polizia non riceveva una lettera di rivendicazione.
Il cancelliere Olaf Sholz nella giornata di ieri ha dichiarato che "ora bisogna fare tutto il possibile per garantire l'applicazione della legge e dell'ordine" e che "non dobbiamo accettare una cosa del genere nella nostra società: non dobbiamo mai accettarla".
Parole per le quali ora ci si aspetta un seguito reale, come ha fatto notare Marion Horn, capo redattore alla Bild, la quale con un lungo editoriale ha avvisato il cancelliere tedesco: "Signor Cancelliere, le prometto: se finalmente è serio su questo, ha BILD e BamS al suo fianco. Ma vi prometto anche: se queste fossero solo parole a cui non segue un'azione decisiva, ve lo ricorderemo giorno dopo giorno fino alle elezioni federali".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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