"Errore inaccettabile". Si dimette il ministro della Giustizia belga dopo l’attentato di Bruxelles

Dopo la rivelazione della mancata estradizione, richiesta dalla Tunisia, per l'attentatore di Bruxelles, Vincent Van Quickenborne ha rassegnato le dimissioni

"Errore inaccettabile". Si dimette il ministro della Giustizia belga dopo l’attentato di Bruxelles
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A quattro giorni dall'attentato nel centro di Bruxelles, che ha portato alla morte di due svedesi, il ministro della Giustizia belga ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni. La ragione che ha portato Vincent Van Quickenborne a lasciare il suo posto nell'esecutivo è insita nella rivelazione che nel 2022 la Tunisia chiese l'estradizione di Abdessalem Lassoued, il terrorista radicalizzato nell'Isis.

La richiesta trasmessa il primo settembre 2022 dal Servizio federale di Giustizia alla procura di Bruxelles, non è stata mai elaborata. Il magistrato competente non ha dato seguito alla richiesta di estradizione. Di 31 richieste che sono arrivate dalla Tunisia, 30 sono state processate e solo quella dell'attentatore è rimasta inevasa. "Questo è un errore individuale, grossolano e inaccettabile. Voglio assumermene la responsabilità", ha detto il ministro, come ripreso dall'agenzia di stampa belga, scusandosi con i parenti delle vittime per quanto accaduto, con la Svezia e con tutti i belgi. "L'indipendenza di un magistrato è il fondamento del nostro stato di diritto. Ho sempre difeso questo principio e continuerò a farlo", ha evidenziato il fiammingo, assumendosi tuttavia la "responsabilità politica" dell'accaduto.

Un'ammissione di colpa importante da parte di Van Quickenborne, che ora obbliga l'intero governo a mettersi in capo alle proprie responsabilità. Accanto a lui c'era il procuratore generale di Bruxelles, Johan Delmulle, che dal canto suo ha parlato di una "deplorevole combinazione di circostanze". Quella del ministro della Giustizia è la prima testa che cade ma non è escluso che possano essercene altre, magari ad altri livelli, nei prossimi giorni. L'attentatore tunisino, infatti, è stato libero di girare per l'Europa per 12 anni prima di compiere l'insano gesto e in Belgio erano arrivate dalla Digos e dagli apparati italiani gli alert di radicalizzazione, che però erano stati ignorati perché non ci sarebbero state evidenze. Inoltre, dopo l'attentato, l'uomo è stato libero di circolare a Bruxelles armato per 13 ore, prima di essere neutralizzato dalla polizia.

"Prendo atto della decisione di Vincent Van Quickenborne. Rispetto il suo coraggio politico", ha dichiarato il premier belga Alexander De Croo, dopo le dimissioni del ministro della Giustizia.

"Domani convocherò il gabinetto centrale alla presenza della ministra degli Interni, Annelies Verlinden, il procuratore generale di Bruxelles e il commissario generale ad interim della polizia federale per fare totale chiarezza", ha proseguito De Croo, ribadendo implicitamente l'esistenza di criticità nella gestione dello straniero. Da giorni ormai l'intero governo, i servizi segreti e le forze dell'ordine del Paese sono sotto accusa. Il gabinetto di domani potrebbe essere una prima resa dei conti.

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