Il 14 novembre? «É una giornata piena». Ci sono le primarie del Pd a Milano, ma il sindaco tralascia. Piuttosto «il derby Milan-Inter». E scatta l’ora x per «i lavori della nuova linea metropolitana 5», la lilla che nel 2015 collegherà lo stadio di San Siro alla stazione di Garibaldi. Non sarà un caso che il Comune abbia fissato l’apertura dei cantieri il 14 anche se casca di domenica. Tanto per ribadire quella politica del fare fuori dalle polemiche e dai litigi, che invece scatteranno un minuto dopo la chiusura delle urne tra i candidati del centrosinistra. Che anche la kermesse organizzata dal Pdl al Teatro Nuovo cada lo stesso giorno della competizione tra i suoi papabili avversari, è stato subito cavalcato dall’opposizione come un segno di debolezza del sindaco. Ieri ha preso le distanze e abbassato subito l’aspettativa che dal palco arrivi l’incoronazione ufficiale del Moratti bis: «Il lancio della mia candidatura? É una manifestazione del Pdl, punto». Nel teatro di piazza San Babila sfileranno ministri e colonnelli del Popolo della libertà per mostrarsi «ancora più compatti dopo la nascita di Futuro e libertà», come ha ribadito ieri Ignazio La Russa. Una kermesse sui temi della sicurezza e del lavoro. Bocciata l’idea lanciata dal sindaco di dedicare la giornata all’ambiente: con il destino di Ecopass ancora in bilico rischiava di essere un boomerang. Ma la Moratti non si arrende e guarda caso oggi alle 18.30 apre il ciclo di conferenze a Casa Letizia (l’associazione che ha aperto in via Montebello 24) proprio con «Una Milano amica dell’ambiente».
Tira dritto la Moratti anche sull’apertura a Fli in vista delle comunali, linea condivisa anche dall’area ex Forza Italia vicina al coordinatore regionale Guido Podestà. L’assessore alla Salute e finiano della prima ora Giampaolo Landi di Chiavenna ieri ha ribadito: «La nostra prima opzione non è il terzo polo ma rafforzare il centrodestra». Dichiarazione che lascia aperta la porta a quel laboratorio di alleanze allargate caldeggiato dal sindaco a prescindere dal quadro nazionale. Dopo l’alt di La Russa, ieri qualche perplessità è stata espressa da Podestà, ma Landi è convinto che stia solo «evitando di far degenerare lo scontro tra ex azzurri e missini. É paradossale che dica che se cade il governo, il Pdl chiude con Fli. Perché allora tengono in piedi un’alleanza a Milano con l’Udc che è già fuori dal governo da tre anni?».
Scricchiola già quel terzo polo che i moderati vorrebbero costruire come alternativa a Pdl e Lega. L’uscita del consigliere regionale Udc Enrico Marcora (che ha parlato di fine del bipolarismo e aperto a un alleanza al centro anche con il candidato alle primarie del centrosinistra Valerio Onida) viene già bocciata da Landi: «É bene che marchiamo subito i confini, Fli è profondamente radicata nel centrodestra e se qualche altra forza vuole praticare la politica dei doppi forni non credo che potremo ragionare su alleanze».
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