Il tesoro del Carroccio, tutti i conti della Lega Solo nel 2010 a bilancio oltre 7 milioni di utile

Il partito è sempre più ricco: ha chiuso il 2010 con un utile di oltre sette milioni, da "Roma ladrona" ne ha presi 18 per le elezioni e gli immobili ne valgono 12. L'anno scorso una scuola cara a lady Bossi ha ricevuto 800mila euro dallo Stato

Il tesoro del Carroccio, tutti i conti della Lega  
Solo nel 2010 a bilancio oltre 7 milioni di utile

Roma - Un partito in piena crescita, e che guadagna. La Lega Nord ha chiuso l’ultimo anno con un utile netto di oltre 7,5 milioni di euro, e mentre le segreterie territoriali sono alle prese con la chiusura dei rendiconti dell’anno fiscale in corso, le previsioni sembrano già confermare il trend molto fruttuoso per il partito di Bossi. «Roma ladrona riempie le casse della Lega» titola il giornale on line Linkiesta che ha spulciato le 30 pagine del bilancio 2010 della Lega Nord, trovandoci diverse voci interessanti. In effetti siamo passati dal folklorismo in canottiera e Lancia Delta, alla grandeur padana, a volte nemmeno così spartana (vedi l’Audi A8 che scorta il capo). Restando in tema automobilistico si trova metro eloquente per il cambio antropologico vissuto dalla Lega Nord, da movimento organizzato a partito di potere con annessi e connessi. La spesa per il parco auto è cresciuta nell’ultimo anno censito, il 2009, di ben 848.500 euro, arrivando a quota 1.315.928 versati per trasportare i leghisti in giro per l’Italia (anzi, per la Padania). Questo perché aumenta il numero delle sezioni, soprattutto nelle terre vergini del leghismo, l’Emilia Romagna, e le spese lievitano. Ma con l’aumentare delle uscite, radicandosi il partito, crescono anche le entrate, che per buona parte sono costituite dai rimborsi elettorali, proporzionali ai voti. La Lega è riuscita a portare in cassa, tra politiche e amministrative, circa 18 milioni di euro di contributi pubblici, essenziali per fa funzionare la macchina. E nel prossimo bilancio, quello 2011, i leghisti si leccheranno i baffi perché rientreranno i contributi delle elezioni di maggio, dove si prevede un bel botto (elettorale e quindi economico) per Bossi e commilitoni.

«L’ultimo partito leninista» lo definisce Maroni, e in verità il bilancio racconta quanto il partito chieda ed ottenga dalle tasche dei suoi eletti. Uno sforzo economico non paragonabile ai 1.000-1.500 euro che le altre segreterie pretendono dai loro parlamentari. Per deputati e senatori della Lega si parla di circa 3-4mila euro mensili passati al partito, per un conto totale di 8.129.705 euro all’anno, parecchio di più degli 857.817 euro raccolto dalle donazioni dei simpatizzanti. Valori variabili però, quelli dei versamenti onorevoli, perché c’è una classifica dei parlamentari più generosi col partito. Il primo è Matteo Brigandì, avvocato, consigliere (decaduto) del Csm, che ha girato 103mila euro alla Lega. Molto più dei 29mila euro di Rosy Mauro, fedelissima di Bossi, o dei 36mila del capogruppo al Senato Federico Bricolo.

Danno ma prendono pure. Il totale dei rimborsi spese chiesti dagli uomini della Lega alla Lega è stato di 1.137.997 euro, più altri 570mila euro di «collaborazioni» e altri rimborsi, con in più il costo degli affitti, in aumento di 500mila euro. Costa anche mantenere il variegato mondo dell’associazionismo padano, le realtà tipo l’Automobil club padano, la Padania calcio (quella gestita dal Trota), i Volontari verdi, i Musicisti padani, i Padani nel mondo. Tra tutti si bevono 3.633.271 euro del partito, ma senza nessun rimpianto. Alcuni di loro hanno finanziamenti ulteriori, come è successo per la scuola Bosina, cara a lady Bossi (che la dirige), e che nel 2010 ha preso 800mila euro dallo Stato.

Un po’ più controverso è il mondo delle società collegate al partito, e riassunte nella holding padana, la Fin Group, cassaforte del leghismo insieme alla Pontida Fin, che gestisce le proprietà immobiliari del partito, valutate in 12 milioni di euro. La Fin Group (di cui ha quote Bossi in persona) ha come oggetto sociale l’assunzione di «partecipazioni a scopo di stabile investimento». Ma nell’ultimo anno censito le partecipazioni sono calate 128mila a 85mila euro. Due delle società partecipate e finite maluccio sono la Padania Viaggi, cancellata nel 2010 dal registro imprese, e la Check-up, società di sondaggi leghisti, cancellata l’anno scorso. Vanno male le cose anche per un’altra controllata, la Media Padana Srl, mentre risultano attive la Bicicletta padana (promozione del ciclismo e vendita on line della «bici padana» a 250 euro) e la Celticon Srl, proiezioni di film e programmi tv (che però ha chiuso il 2009 con un debito verso Equitalia di 270mila euro). Si spende anche in promozione: un milione in manifesti e propaganda, 2.445.

431 euro in pubblicità. Con un mistero nel bilancio. Aumentano i depositi bancari ma diminuiscono i proventi finanziari. Cambiare banca, magari? Visto che quando si è trattato di farsene una, padana, non è andata benissimo.

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