Al Thani: "In Libia anche uomini di Boko Haram"

In Libia sono arrivati anche i miliziani del gruppo terroristico attivo in Nigeria che ha aderito al jihadismo dello Stato islamico

Al Thani: "In Libia anche uomini di Boko Haram"

Non solo Isis. In Libia ci sono anche i miliziani di Boko Haram, il gruppo terroristico attivo in Nigeria che ha aderito al jihadismo dello Stato islamico. L’allarme è stato lanciato dal premier libico Abdullah al Thani fornendo al mondo un quadro sempre più allarmante di destabilizzazione e rischi in cui versa il suo Paese, anche nel tentativo di accelerare gli sforzi internazionali. Il capo del governo basato a Tobruk ha anche lanciato un’accusa all’Occidente: quella di aver "chiuso un occhio" sul contrabbando di armi e di "sapere" che questo traffico coinvolge le milizie filo-islamiche al potere a Tripoli.

Che il confine sud della Libia con il Ciad e il Niger sia un "colabrodo" è ben presente alle cancellerie occidentali, in particolare alla Francia che dalla sua posizione in Mali ha avvertito, nei mesi scorsi, del pericolo di infiltrazioni terroristiche attraverso il deserto. Da lì passano, ogni giorno, criminali e immigrati in fuga. Lo stesso Al Thani, pochi giorni fa, aveva avvisato che Isis e Boko Haram stavano raggiungendo gli altri gruppi terroristici libici e che si stavano avvicinando alla Tunisia. E mentre all’Onu si lavora al negoziato tra le diverse fazioni libiche, previsto per giovedì in Marocco ma che ha già ricevuto le defezioni delle istituzioni di Tobruk e dei loro rivali di Tripoli, l’Isis "mette al bando" sia le une che le altre. Un proclama firmato dalla brigata Battar, principale formazione del Califfato in Libia, definisce "infedeli" sia il governo di Tobruk sia il Congresso generale di Tripoli e ammoniscono le milizie di Misurata a "non interferire con le operazioni dello Stato islamico".

L'Unione europea, come l'Italia, conferma il proprio sostegno al dialogo mediato dall’inviato Onu Bernardino Leon per la creazione di "un governo di unità nazionale".

"Bisogna che funzioni - ha ammonito l’Alto rappresentate per la politica estera Federica Mogherini - o si rischia una divisione del Paese che renderà impossibile per chiunque affrontare la crisi". Ma anche la missione Unsmil riduce al minimo la sua presenza in Libia, con un massimo di venti persone che si alterneranno a rotazione, ma continuerà ad avere una base provvisoria a Tunisi.

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