Topi, oche e gabbiani:

Ci sono i topi, tantissimi. I gabbiani e le ochette che nuotano indisturbate. E poi i ricci e le nutrie. Per non parlare di qualche airone avvistato fra i canneti alti fino a tre metri. Benvenuti nello zoo della Darsena. Non siamo nel bel mezzo di una palude tropicale, semplicemente nel pieno centro di Milano. Più precisamente, lungo le sponde dei Navigli. Il cantiere della Darsena, ormai da tempo trasformato in acquitrino, è diventato l'habitat ideale per specie animali e vegetali difficilmente avvistabili nel centro di una metropoli. Se i residenti hanno fatto «l'abitudine» alla presenza di ratti grossi come gatti, ora si dicono preoccupati per l'invasione delle nutrie. Non si tratta di topi, ma di roditori selvatici che ai ratti assomigliano moltissimo. E per questo spaventano i passanti. Anche perché normalmente sono molto più grandi dei roditori. «Due giorni fa ne abbiamo trovata una nel giardino condominiale - racconta il custode del civico 7 di via Gorizia -. Le cantine sono invase dai topi, quindi le abbiamo riempite di veleno. Quell'animale deve averne ingerito un po’, perché sembrava moribondo. Gli inquilini del palazzo erano sbigottiti oltre che spaventati. Lungo la Darsena ormai non si vive più, ci sentiamo abbandonati».
Lo ripetono in coro i residenti dei Navigli. E lo fanno da circa tre anni, da quando cioè sono cominciati i lavori per la costruzione di un enorme parcheggio interrato. Opera più volte interrotta a causa di beghe burocratiche e ritrovamenti archeologici. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: cumuli di rifiuti, pozze di acqua maleodorante, animali e piante selvatiche che si riappropriano dello spazio. «I topi e le nutrie li vediamo ogni giorno - spiega Francesco Ganino, proprietario dell'omonima coloreria di via Gorizia -, qualche tempo fa alcuni esemplari sono stati avvistati anche in piazza XXIV Maggio. Io percorro ogni giorno i Navigli in bicicletta e per strada vedo decine di roditori schiacciati dalle auto». Per tutti la responsabilità è del cantiere. E di chi - la ditta Darsena spa, vincitrice della gara di appalto - non provvede a pulirlo nonostante molti cittadini lo utilizzino come discarica, anche per i rifiuti alimentari. «Al di là degli animali, quello che ci preoccupa è il degrado in cui siamo lasciati - continua una inquilina -, siamo stufi di sbandati e tossicodipendenti che ogni sera vengono qui per fare il comodo loro. Alcuni ci vivono nella Darsena, rifugiandosi in alcuni anfratti o montando tende da campeggio di fortuna». Quando va bene fanno soltanto rumore. «Ma quando si ubriacano - rincara la signora Paola - rompono ogni cosa. È successo puntualmente ogni sabato notte, fino a quando il Comune non ha abbattuto la capanna di legno che ospitava i rave clandestini dei punkabbestia».

«Adesso dobbiamo anche vedercela con gli animali selvatici - conclude Anna, vicina di casa -. Uno di questi giorni ce li ritroveremo in casa. È assurdo che tutto questo succeda in una delle zone più belle e antiche della nostra città».

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