Tor Bella Monaca regno dei pusher

Tor Bella Monaca come Scampia. Ieri mattina il cuore pulsante dello spaccio capitolino ha smesso di battere, almeno per un po’. L’attività di pusher e narcos si è fermata all’improvviso, quando davanti ai vetri delle loro abitazioni hanno visto piombare un esercito di ottanta carabinieri, due squadre di vigili del fuoco e un elicottero, che hanno abbattuto una dopo l’altra cancellate e muri eretti dai criminali per proteggere la loro attività.
L’operazione è stata l’ennesima conferma che quel francobollo di territorio, alla periferia sud della capitale, somiglia sempre più alla principale «piazza» di spaccio napoletana. Nei garage, nelle cantine e nelle zone comuni di molte abitazioni abitate da pregiudicati, infatti, le barriere costruite abusivamente ostacolavano i blitz antidroga dei militari. I pusher avevano studiato nel dettaglio il modo di sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine e di vendere «neve» ed eroina in tranquillità. Videocitofoni e videocamere sui cancelli in ferro, infatti, completavano il «sistema di sicurezza» organizzato dai balordi per assicurarsi una via di fuga.
La «caccia» dei carabinieri del gruppo di Frascati ha puntato soprattutto ai palazzoni di via dell’Archeologia, dove sono stati abbattuti una quindicina di muri e cancellate. A quel punto per i militari è stato facile mettere le mani su un ingente quantitativo di stupefacente, denaro e armi.
«Abbiamo arrestato un africano - spiega il capitano Giuseppe Iacoviello, comandante di Frascati - e stiamo valutando la posizione di una mezza dozzina di soggetti, italiani e stranieri. A quanto ci risulta la droga arrivava ai pusher tramite i canali tradizionali della malavita organizzata, anche se qualche spacciatore aveva contatti diretti con i Balcani. Negli spazi condominiali come ballatoi, pianerottoli, terrazzi, ma anche garage e passaggi sotterranei, abbiamo scoperto paratie abusive innalzate per creare, insieme alle porte tagliafuoco e ai cancelli esistenti, luoghi privati dove si poteva spacciare». Secondo l’ufficiale potrebbero esserci rapporti con il crimine organizzato. «Quotidianamente arrestiamo siciliani, calabresi o napoletani e non è escluso che abbiano legami con le regioni d’origine - prosegue Iacoviello -. Di certo c’è una collaborazione tra pusher per evitare tra di loro fatti di sangue. In questo quartiere c’è sicuramente un problema, che è anche sociale». Soddisfatto dell’operazione il sindaco Gianni Alemanno: «Finalmente abbiamo recuperato la sovranità territoriale su questa zona».
Gli abitanti di Tor Bella Monaca, però, hanno paura. Sono terrorizzati dalla droga, ma temono ancora di più ripercussioni da parte dei criminali. Il clima dopo il blitz dei carabinieri è di estrema diffidenza. Pochi parlano e lo fanno dopo essersi guardati attorno. «Spacciano tutte le notti - racconta una donna -. Macché stranieri: sono i nostri ragazzi, quelli di Roma. Polizia e carabinieri passano spesso, ma non sempre serve». Sono proprio i giovani i più ostili.

«Noi? Non sapevamo di questi nascondigli per spacciatori - dicono due ragazzi seduti su un muretto - Droga? No qui non c’è». I più piccoli, però, hanno meno malizia. «Qui vendono di tutto, cocaina, fumo, eroina - confessa un bambino -. Tor Bella Monaca è così, non ci si può far niente. I carabinieri arrestano, ma poi si ricomincia».

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