Tor Vergata, trasporti al collasso

Daniele Petraroli

È la terza rimessa di autobus di tutta Roma con 180 vetture all’attivo. Serve l’intero quadrante sud-est della città. Ci lavorano 450 persone, in massima parte autisti. Eppure non riesce, anzi, non può funzionare a pieno ritmo. Stiamo parlando del deposito Trambus di Tor Vergata. E dei mille problemi che i dipendenti si trovano a fronteggiare. La denuncia è di Alleanza nazionale. «Ogni giorno in quella rimessa vengono soppressi 40-50 turni “base” - spiega il vicepresidente del consiglio comunale Vincenzo Piso -. In pratica saltano circa 500 corse per un totale giornaliero di 4.500 chilometri. A detta di Trambus questa situazione sarebbe dovuta al contratto di servizio stipulato con Atac. È previsto un certo numero di turni per ogni anno. Oltre quelli, Atac non paga il surplus di corse effettuate». Il paradosso è che questi turni, “di base” come detto, sono stati effettuati invece ad agosto.
«Sempre secondo il personale - continua Piso - questo sforamento del budget previsto dal contratto sarebbe dovuto a una gestione dei turni non oculata da parte dell’azienda di trasporto. Così ci si trova nell’assurda situazione che vengono effettuate troppe corse in estate e poche nei mesi “caldi” dei trasporti, e cioè gli ultimi tre dell’anno. Per evitare che Atac non paghi i turni che sforano le previsioni, Trambus si trova costretta, diciamo così, a eliminare addirittura quelli “di base” che sarebbero teoricamente intoccabili».
Ma quello della turnazione non è l’unico problema del deposito di Tor Vergata. Anche il personale non è sufficiente per garantire un buon servizio. «Servirebbero altri 50 autisti per avere una situazione ottimale. In più Trambus dovrebbe spiegarci perché quattro linee con capolinea a Grotte Celoni, 055, 054, 052 e 058, d’ora in poi dovranno tornare nella rimessa di Collatina invece che in quella, più vicina, di Tor Vergata mentre in quest’ultima arriverà il 70 che ha come ultima fermata via Giolitti. È un non-senso che aggrava di molto il ritorno a casa degli autisti».
Ma le stranezze del quadrante sud-est della Capitale non sono finite qui. «Il 20 express per esempio - prosegue Piso - ha un capolinea impossibile. In via Cambellotti e cioè su una strada a scorrimento veloce, fatto che causa moltissimi incidenti e tamponamenti. E tutto perché l’Atac non avrebbe i soldi per realizzare una nuova fermata. Altro problema segnalato dagli utenti è quello del servizio festivo di 506 e 507. Non si capisce per quale motivo di domenica e nei giorni festivi queste due linee invertano i percorsi disorientando chi deve prendere questi mezzi. E come se non bastasse viene saltata la fermata davanti al Policlinico di Tor Vergata. Lo 055, invece, ha solo una vettura in servizio la domenica».
Una gestione fallimentare quella di Atac e Trambus, dunque? «Sicuramente sbagliata - conclude Piso - evidentemente il contratto di servizio va rivisto.

Voglio ricordare, poi, che l’allora assessore alla Mobilità Walter Tocci aveva promesso che con l’esternalizzazione delle linee di autobus periferiche Trambus avrebbe raggiunto i 150 milioni di chilometri per vettura. Adesso, dopo parecchi anni, siamo a circa 120. Più fallimentare di così...».

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