Torna Anita per burlarsi dei maschi

Il 7 dicembre 2009 alla Scala nasceva una stella. Era Anita Rachvelishvili, mezzosoprano georgiano, allora venticinquenne, al suo debutto di ruolo (Carmen), di teatro, di carriera, d'autore. Tutto si trovò concentrato in una di quelle serate al termine delle quali ne esci consacrato oppure bruciato: perché i tonfi alla Scala si pagano a duro prezzo, specie se sei giovanissimo e già ti misuri con lo spettacolo leader della stagione lirica italiana. Da quella prima del Piermarini, Anita Rachvelishvili ne uscì vincente. Il mondo dell'opera è piccolo, e già l'indomani fioccavano contratti da ovunque. A distanza di un anno e mezzo dal lancio provvidenziale, le cose sembrano girare piuttosto bene a questa cantante che è poi stata reinvitata a Milano lo scorso autunno e ora torna nuovamente per un altro debutto di ruolo. Sarà lei (e Silvia Tro Santafé nel secondo cast) a vestire i panni di Isabella, protagonista de L'italiana in Algeri, opera buffa di Gioachino Rossini. Da stasera fino al 14 luglio, l'Italiana è alla Scala nello storico (1973) allestimento di Jean-Pierre Ponnelle, ora ripreso da Lorenza Cantini. Masse orchestrali, corali e solisti sono allievi ed ex allievi dell'Accademia del Teatro alla Scala diretti da Antonello Allemandi. Nel cast, Linda Jung, Simon Lim, Kleopatra Papathelogou, Vincenzo Taormina e i neodiplomati Filippo Fontana, Filippo Polinelli, Valeria Tornatore, Valeri Turmanov e Pretty Yende. L'Italiana di Rossini racconta in musica i prodigi dell'astuzia femminile, incarnata da Isabella che, fatta prigioniera in Algeria, riesce a liberare sé e un'intera flotta di connazionali, ricorrendo alle armi della scaltrezza. Resa schiava da Mustafà, Bey di Algeri, prima lo seduce, quindi lo porta a un tale livello di rintontimento da cuore da spingerlo a fare ciò che l'aggrada. Ovvero darsela a gambe con l'amato Lindoro. Bel temperamentino questa Isabella, piace alla Rachvelishvili? «Mi sta molto simpatica Isabella, anzi un po' mi ci rispecchio. E' una donna forte che sa gestire a meraviglia situazioni pericolose». Di fatto, fu pericoloso per lei quel 7 dicembre 2009, ci pensa ogni tanto? «Spesso. Ne parlo anche con i miei genitori. La mia vita è cambiata da un giorno che, con il senno di poi, continua a sembrarmi da favola». Lo scorso gennaio, altro colpo di teatro. Siamo al Metropolitan di NY, cioè uno dei cinque teatri che contano nel mondo. La cantante impegnata in Carmen sta male, e all'ultimo, si chiede l'intervento della Rachvelishvili: tutti dicono che sia nata per fare Carmen. Altro successo, il sovrintendente le firma un contratto di collaborazione fino al 2014, e metterà in cartellone, apposta per lei, L’italiana in Algeri. La cantante georgiana ha messo le radici al Met e in Germania, nei teatri di Berlino e Monaco, e studia nuovi ruoli. Tra cui, Marina nel Boris Godunov al Met, 2014, quindi Werther e Adriana Lecouvreur. Tanta Germania e America: «Qui ho incontrato i teatri più organizzati in assoluto, dove si lavora molto bene.

L'organizzazione è praticamente perfetta ed il cantante è messo nelle condizioni di potersi esprimere al meglio. In tanti teatri italiani, ti mettono in croce per una nota calante, organizzano piani di lavoro stressanti per la voce. A me non è mai capitato, ma ho visto cantanti piantare tutto in asso...» .

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