Il tovagliolo va a sinistra

Il manuale di Elda Lanza, appena pubblicato da Vallardi, ha un titolo che già ti manda in crisi. Eppure pensavi di essere educata

Il tovagliolo va a sinistra

Elda Lanza è una signora autorevole, un po' come la tua pediatra (che cura ancora bambini come quarant'anni fa, con qualche aggiornamento). Lei passa e tutti si mettono sull'attenti. Il fatto è che dovresti scrivere questo pezzo, su un libro di Elda Lanza, e il libro è un manuale di «galateo per un mondo che cambia», dice il sottotitolo, che aggiunge: «Come fare, come essere». Quindi non è che si parli «solo» di galateo, peraltro un tema già sterminato di suo, e insidiosissimo: si parla di come vivi. E, per dirla proprio tutta, il manuale di Elda Lanza, appena pubblicato da Vallardi, ha un titolo che già ti manda in crisi: Il tovagliolo va a sinistra. Sul serio? Ma tu non lo sapevi. E dire che pensavi di essere educata.

Allora ricominciamo: Elda Lanza, la prima presentatrice della nostra televisione, una donna che ha conosciuto tutta la Milano e gran parte dell'Italia che c'era da conoscere, che fra le tante cose ha anche tenuto un corso sull'evoluzione dei costumi e da qualche anno si diverte a scrivere gialli, ora che ha appena compiuto 92 anni ha scritto un libro per parlare di galateo perché, scrive, «l'étiquette, con un po' di buona volontà, s'impara» (le persone autorevoli non si preoccupano di farti sentire in colpa: è parte della loro autorevolezza). Prima che qualcuno possa sussurrare che il galateo sia sorpassato o, peggio, «un birignao da salotto per signorine», Elda Lanza chiarisce: «Il galateo è civiltà, democrazia, tolleranza». Non è un insieme assurdo di regole, come alcuni ritengono: è «logica», è «buon senso», è «condivisione» (è anche normale, a questo punto, che tu ti senta sprofondare, però continui a leggere, e meno male che la signora Lanza non ti vede...). Si può trasgredire, certo, ma «qualche volta, con stile». Prima, come sempre quando si parla di ribellione, bisogna conoscere le regole.

Le regole ce le spiega questo manuale di quasi 300 pagine, da come presentarsi a come sedersi a tavola, da come apparecchiare (e perché il tovagliolo, appunto, vada a sinistra...) a come viaggiare, da come parlare al telefono (o meglio ancora sarebbe non parlare, e soprattutto non litigare, e non raccontare i fatti propri in pubblico, e non supplicare l'innamorato di ripensarci in mezzo alla strada) a come ringraziare per un regalo, da come comportarsi al ristorante («I bambini sono tenuti a bada, senza impartire lezioni di buone maniere ad alta voce e senza scapaccioni dimostrativi»: al che supplichi, non al cellulare, ci mancherebbe: «Signora Lanza, abbia pietà») a come tenere ordinata la scrivania e interagire coi colleghi di lavoro («Ognuno cercherà di lasciare fuori dalla porta i problemi personali; sarà tollerante e collaborativo», regola che non ha bisogno di commenti). Detto questo, se non bastasse, c'è un capitoletto dedicato a quello che non dobbiamo fare, per esempio: evitare di dire «io» troppo spesso, esagerare («mai»), definire qualcuno «troppo gentile».

Non è troppo, per una persona sola? No, ti ricorda il libro, perché «i cretini

non sono mai eleganti» (ha detto Giorgio Armani) e «i cretini non sono mai educati» (ha detto Elda Lanza). Il contrario purtroppo non vale sempre, però magari essere eleganti e educati può iniziare ad aiutare un pochino.

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