Tramezzini e fritti Il Mercato centrale sbarca a Roma

Dopo Firenze, le botteghe del gusto aprono i battenti accanto alla Stazione Termini

Jacopo Granzotto

Roma Roma si è finalmente allineata al resto del mondo che considera il cibo, e non il nuovo profumo o il jeans, la priorità. Era ora. I regni del surgelato nelle tonnare acchiappaturisti del centro storico fanno parte del passato in cui mangiare per strada significava solo pizzette «bianche» al baretto. L'inversione di tendenza paga in termini di occupazione e di immagine. In quest'ottica si inseriscono una selva di locali dedicati alla ristorazione di qualità (quasi tutti ispirati ai bianchi bistrot parigini, cameriere hipster compreso...) le due versioni di Eataly e, ora, il Mercato Centrale, la versione romana di quella originale fiorentina. Il locale è stato inaugurato mercoledì scorso negli ampi spazi adiacenti la stazione Termini a via Giolitti. Come dire che il posto dove ci si accontentava di rinsecchiti panini o cornetti che odoravano di olio di semi si è trasformata in una nuova corte del gusto. Assoluta. Uno spazio di 2000 metri quadri gestito da superstar della gastronomia.

Pane, pizza, dolci e focacce di Gabriele Bonci, premiata forneria romana e carne di Liberati sono solo alcune delizie. Ci si perde, poi, tra pizze, trapizzini, centrifugati, prosciutti ultra stagionati, birre artigianali, enoteca. Il mercato apre alle 7 e chiude a mezzanotte. «L'idea - spiega l'ideatore del progetto l'imprenditore Umberto Montano - è negare le grandi scaffalature ma permettere ai cittadini di trovarsi davanti degli artigiani con cui parlare. L'obiettivo è creare un mercato «di qualità», che sia, allo stesso tempo, un luogo di aggregazione per viaggiatori e romani». La Cappa Mazzoniana in marmop ortoghese dalle venature grigio-rosa - realizzata negli anni '30 dall'architetto Angiolo Mazzoni, da cui prende il nome - diventa il centro di tutto il Mercato e viene restituita a Roma diventando meta di aggregazione, in cui cibo e cultura si fondono naturalmente. Ogni bottega ha lo spazio per l'esposizione del prodotto fresco e una zona laboratorio per la preparazione e la cottura. Sul posto i visitatori possono acquistar gli sfiziosi triangoli di pizza Trapizzino riempiti con ricette della tradizione romanesca, inventato a Testaccio da Stefano Callegari ed esportato oltre oceano dall'amico Paul Pansera; i fritti di Martino Bellicampi di Pastella; le paste fresche di Egidio Michelis; i carciofi di Alessandro Conti, titolare della storica bottega a Campo de' Fiori e il cioccolato Steiner del cioccolataio Pierangelo Fanti di Massa Carrara.

L'esperienza di Roma rimane legata a quella fiorentina grazie alla presenza di botteghe già a San Lorenzo a Firenze: dal tartufo di Luciano Savini alle proposte vegane-vegetariane di Marcella Bianchi, dall'hamburgher di Chianina di Enrico Lagorio alle specialità siciliane di Carmelo Pannocchietti di Arà, alla pizza spicchiata di Romualdo Rizzuti.

Infine l'aea caffetteria con le miscele monorigine e blend di Franco Mondi di MondiCaffè, importante realtà romana, che dà valore alla tradizione del caffè all'italiana. L'informale ristorante è guidato dallo chef Oliver Glowig. Buon appetito, perlomeno per chi passa da queste parti.

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