Parli di «biscotto» e la vecchia ferita si riapre. Fu per il 2-2 tra Danimarca e Svezia che Giovanni Trapattoni uscì con gli azzurri dall’Europeo del 2004, il suo canto del cigno da ct dell’Italia. Uno scenario del genere potrebbe ripetersi lunedì, ma lui stavolta dovrà fare da terzo incomodo. «Biscotto tra Spagna e Croazia? Io sono un benpensante: non lo faranno, credo. Anche se in ogni circostanza sorgono dubbi ed è legittimo pensare a situazioni come questa», così il Trap, ancora bruciato da quanto accadde otto anni fa.
Giuan ha già salutato con la sua Irlanda la manifestazione polacca ed è giù di corda dopo la batosta incassata dalla Spagna. Mai nella sua storia i verdi avevano perso due partite di fila a un Europeo o a un Mondiale. Ai commoventi canti dei tifosi durante la sfida con le Furie Rosse hanno fatto da contraltare gli attacchi della stampa irlandese. «Sovrastata e surclassata per tutta la partita», è uno dei commenti meno taglienti. «Polvere e impegno per un incontro senza grazia, la più pesante sconfita dell’era Trapattoni», uno dei più cattivi.
Limiti tecnici, ma anche tattici, scrive l’Irish Independent che mette sotto accusa «sia i giocatori irlandesi che la filosofia di gioco», criticando implicitamente il Trap per non aver trovato un «piano B», affidandosi piuttosto al solo Robbie Keane in attacco. Un confronto impari, quello di Danzica, definito «i fratellini di Davide contro Golia e i suoi amici», ovvero «un gruppo di giocatori di LA Galaxy, Leicester e Wolverhampton contro i campioni del mondo e d’Europa». La ciliegina sulla torta delle critiche davvero feroci.
Ora la sfida con gli azzurri che per il Trap vuol dire essere tra due fuochi: se batte l’Italia verrà accusato di lesa patria dai tifosi azzurri, se non la batte gli irlandesi storceranno il naso pensando alla sua nazionalità. Insomma, oltre al danno la beffa.
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