Trasferimenti in massa al Riesame, aule nel caos

Il trasferimento in blocco e senza preavviso del personale amministrativo del Tribunale del riesame e delle misure di prevenzione ha provocato il caos a piazzale Clodio, con ritardi nell’avvio dei processi al ruolo e lunghe code di avvocati in cancelleria per il deposito delle istanze.
Il provvedimento riguarda 22 tra dirigenti, cancellieri e dattilografi, alcuni dei quali con decine di anni di servizio alle spalle, trasferiti nel giro di poche ore ad altre sezioni o destinati ad altre mansioni. Al loro posto altrettanti dipendenti sono stati trasferiti da altri uffici per coprire i posti ormai vuoti in una struttura che esamina questioni inerenti a tutto il distretto del Lazio e che da anni è a rischio collasso per il numero ingentissimo di ricorsi da trattare e con un organico scarso. A decidere il trasferimento «per esigenze di servizio» è stato il primo dirigente Marisa Lia, responsabile del personale. Nei giorni scorsi aveva a sua volta ricevuto una missiva di fuoco in cui il presidente della sezione Giuseppe D’Arma definiva insostenibile e intollerabile il ripetersi di una serie di errori e disguidi degli uffici che avevano fatto saltare alcune udienze davanti al Tribunale della libertà. Qualche giorno fa a causa della mancata fissazione di un’udienza si è rischiata la scarcerazione di nove persone coinvolte in procedimenti diversi. Il pericolo è stato sventato perché la Procura ha emesso in tempo nuove misure cautelari. Ma l’errore di un impiegato che, travolto dalla mole di ricorsi, si era dimenticato di chiedere entro il termine al pubblico ministero gli atti relativi ai nove arrestati, ha avuto l’effetto della classica goccia che fa traboccare il vaso. Venerdì sono arrivati i primi sei trasferimenti, il giorno successivo gli altri 12. «Ma nessuno è uscito fisicamente dal carcere per colpa nostra - sostiene uno dei dipendenti - però è vero che ci sono stati errori e mancanze che hanno determinato una perdita di efficacia di alcuni provvedimenti. Da tempo chiedevamo rinforzi alla dirigente, ma ci veniva detto che non aveva persone da darci. Ora scopriamo che ben 22 impiegati sono stati trasferiti e sostituiti da altrettanti colleghi, con uno stravolgimento di altri assetti, senza garantire un avvicendamento soft e un graduale passaggio di consegne. Azzerando per intero l’ufficio del riesame e quello delle misure di prevenzione avranno pure voluto lanciare un segnale importante, ma così hanno solo peggiorato le cose». È accaduto, infatti, che il personale arrivato in sostituzione dei colleghi trasferiti ieri non sapeva da dove cominciare, non avendo una formazione specifica e non potendo utilizzare i terminali perché avevano ancora le vecchie password di accesso.


Il personale «punito» ora sta valutando se ricorrere al giudice del lavoro per chiedere il reintegro nelle loro mansioni, visto che qualcuno a causa del trasferimento ha subito una dequalificazione. E c’è chi parla di mobbing.

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