Le tre anime della Dc si danno lo Scudo in testa

Lo scudo crociato e le scritte «Libertas» e «Democrazia cristiana»: tutto chiaro, a identificare il partito di Sturzo e De Gasperi, Fanfani e Moro, fino all’epoca di Tangentopoli. Poi, come per altri, è cominciata la diaspora: 140 gruppi e groppuscoli che si sono ispirati al pensiero originario e hanno maledetto Martinazzoli «che voleva lo scioglimento definitivo». La diaspora continua, anche a livello locale dove le anime della Dc si confrontano per conquistare spazi di manovra e iscritti, ma soprattutto si danno battaglia a colpi di carte bollate. Ieri si è tenuto il congresso provinciale della Dc del segretario nazionale Angelo Sandri (ne riferiamo alla pagina seguente): sono quelli più orientati al centro, né con la Cdl, né con l’Unione, magari con Follini e De Gregorio. Dicono: «Il 90 per cento dei democristiani è con noi».

Nel frattempo si fanno sentire i Dc che vantano come segretario Giuseppe Pizza, uno che è succeduto proprio a Sandri nel 2003 e ha iniziato il cammino verso sinistra. Sia i seguaci di Pizza sia quelli di Sandri hanno per simbolo Libertas e scudo crociato, anche se una duplice sentenza della magistratura ha «inibito» Sandri (...)

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