La tremenda beffa della miniera: «Sono vivi». Invece erano morti

Pianti di gioia e preghiere di ringraziamento dopo l’annuncio che dodici minatori erano stati salvati. Poi la rettifica: «Solo uno è sopravvissuto»

da Washington

Tre ore di gioia, e ringraziamenti al buon Dio che aveva salvato dodici vite, poi l’annuncio che soltanto uno dei tredici minatori seppelliti nella miniera di Sago, nella cittadina di Buckhannon, in West Virginia, era vivo. Gli altri 12 - i cui familiari avevano pianto di gioia e festeggiato dalle 23,30 ora locale di martedì fino alle 2,30 di ieri mattina - erano stati in realtà uccisi dall'ossido di carbonio a 80 metri di profondità, in una galleria dove avevano cercato rifugio dopo l'esplosione che lunedì all’alba aveva devastato l’impianto.
Ieri i dintorni della chiesa anglicana, dove le famiglie dei minatori avevano trascorso 44 ore in attesa di notizie, erano pattugliati da truppe speciali perché la polizia locale temeva di non poter contenere la furia della gente del paese. Un uomo aveva già aggredito un dirigente della miniera e sono dovuti intervenire due militari per immobilizzarlo.
L'uomo che aveva portato ai familiari dei minatori la notizia che dodici degli intrappolati erano vivi e stavano per essere portati in superficie non si trova, non ha né nome né volto. «Non sappiamo chi sia - ha detto un abitante di Buckhannon - ma vorremmo tanto fargli sapere quanto male ci ha fatto. Quando i responsabili della miniera sono entrati in chiesa e hanno rettificato la notizia, annunciando che i morti in realtà erano dodici, coloro che ringraziavano ad alta voce Dio si sono messi a imprecare come ossessi. Alcuni piangevano, altri svenivano, altri minacciavano cause in tribunale».
L'unico sopravvissuto, Randal McCloy, 27 anni, sposato, padre di due bambini, è ricoverato nella sala di rianimazione di un ospedale di Morgantown. I medici esprimono ottimismo: il paziente risponde muovendo mani e palpebre.
Il governatore Joe Manchin che stava trascorrendo la notte con i familiari dei minatori nella chiesa vicino alla miniera Sago non si dà pace. «Sono sicuro - ha detto - che nessuno ha dato la falsa notizia intenzionalmente». Manchin in un primo momento si era unito ai familiari che festeggiavano, poi ha avuto un ripensamento. «Siete sicuri - ha chiesto - di ciò che vi è stato detto? I patti erano che mi avrebbero chiamato in caso di novità, ma il mio cellulare non ha ancora suonato».
Quando un'ambulanza è sfrecciata via dall'ingresso della miniera i familiari hanno applaudito convinti che si trattasse del trasporto del primo superstite. Invece nessun altro è uscito vivo. I dirigenti dell'International Coal group, la società proprietaria della miniera, danno la colpa a un errore di comunicazione.

«Qualcuno ha sentito uno dei soccorritori dire di aver trovato dodici minatori. La parola vivi non è mai stata pronunciata, ma questa persona aveva fretta di dare la buona notizia e ha chiamato col cellulare qualche amico nella chiesa e così...».

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