Trenta detenute a Bollate per sentirsi più libere

Per la festa della Donna, le trenta detenute sino a qualche giorno fa ospitate a Opera, di regali ne hanno ricevuti diversi. Ma quello più importante è stato il loro trasferimento nel carcere di Bollate dove, per la ricorrenza, è stato inaugurato ufficialmente il reparto femminile. Sedici celle di cui 8 singole, il resto triple e quadruple, tutte dotate di servizi igienici completi, docce escluse. «Da quando siamo arrivate - ha raccontato Pamela, 21 anni, che sta scontando una pena di tre per spaccio di stupefacenti - ci sembra di rivivere: paghiamo il prezzo delle nostre colpe, ma senza essere trattate da reiette. Qui a Bollate il rapporto con il personale è molto più umano, l'accoglienza è stata veramente familiare e soprattutto la possibilità di rieducazione è veramente concreta. Io già lavoro in cucina e le giornate volano». Nell’istituto di pena, inoltre, le donne possono usufruire di spazi particolari e studiati su misura, per potersi intrattenere con i propri figli; locali difficili da trovare in altre carceri italiane. Per gestire il reparto, per quanto attiene alla sorveglianza, è stata formata un’équipe di agenti penitenziari, tutte ragazze giovani e sensibili. Con loro collaborerà il personale della cooperativa «Articolo 3», che si occuperà dell’organizzazione e dell’accompagnamento all’esterno delle detenute. Ieri pomeriggio l’inaugurazione, alla quale hanno preso parte il provveditore regionale all’amministrazione penitenziaria, Luigi Pagano, l’assessore provinciale ai Diritti dei detenuti, Francesca Corso e l’assessore ai servizi sociali di Milano, Mariolina Moioli. Tutti hanno avuto parole di apprezzamento sulla conduzione del carcere, un modello di riferimento nella realtà italiana degli istituti di pena. Al battesimo del nuovo reparto ha voluto esserci anche Daria Bignardi, giornalista, che ha regalato un libro a tutte le detenute. Ma, insieme alle mimose, regali sono arrivati anche dalla Provincia e dal Comune di Milano.

L'assessore provinciale ha donato alle recluse grandi specchi in materiale plastico, la collega del Comune phon professionali e ferri da stiro. «Grazie per il calore umano e la professionalità che ci state regalando - ha detto a nome delle detenute una di loro -; non più ristrette da rigidi regolamenti, qui ci sentiamo già libere».

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