Tribunale, ogni giorno si arenano 500 denunce

Se le notizie di reato non vengono inserite nel registro elettronico rischiano di finire al macero

Entro la fine di agosto niente più preghiere nella Moschea di Magenta, il capannone industriale che un’associazione composta da pakistani ed egiziani ha da tempo trasformato in Centro Islamico. Lo ha deciso il giudice di Rho che ha fatto proprio il ricorso del proprietario dell’immobile di via Oberdan. Entro un mese, quindi, i musulmani che si ritrovavano nella città della storica Battaglia, dovranno cercarsi un’altra sede. La vicenda della Moschea di Magenta balza alla cronaca nel settembre del 2006, quando l’associazione «Yaquta» che aveva preso in affitto l’ex opificio, invia al proprietario una lettera di disdetta, senza però mai lasciare i locali. All’origine una serie di interventi comunali contro l’utilizzo che i musulmani facevano di questo luogo di ritrovo, dove quattro volte al giorno si recavano a pregare. Ma soprattutto la raccolta di firme e la battaglia della Lega Nord finalizzata unicamente al rispetto delle regole. Battaglia che aveva portato la polizia locale a comminare ben 23 sanzioni amministrative, contro alcune delle quali c’è stato perfino il ricorso al Presidente della Repubblica. I leghisti hanno da sempre sostenuto che se un capannone ha una destinazione artigianale, non è possibile che nello stesso luogo vi sia un’associazione culturale o un luogo di culto.
«Questo lo stabilisce la legge e non il nostro partito – spiegarono nell’occasione -; e alle nostre leggi sono soggetti tutti, senza eccezioni». E infatti, mentre una cooperativa musicale che alloggiava nello stesso stabile ha fatto presto le valigie, i pakistani hanno da sempre replicato che da quel sito non se ne sarebbero mai andati, almeno sino a quando non si fossero concluse le controversie legali ingaggiate.

Una vicenda che ha diviso Magenta, e che non ha certamente creato simpatie nei confronti di questi stranieri poco rispettosi delle normative comunali, più propensi invece a rivolgersi ai legali per tirare alla lunga i contenziosi. La sentenza emessa dal tribunale di Rho ha immediata esecutività. Il legale degli islamici ha fatto sapere che sentiti i clienti si deciderà se proporre appello o sgomberare il capannone.

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