Troppe gare sospette Il calcio cerca riparo dai furbetti dell’«1-x-2»

Il tormentone sulle partite sospette non accenna a diminuire neanche a Natale: prima la larga vittoria del Bari (4-1) sul Livorno in Coppa Italia, poi il pareggio rocambolesco (3-3) fra Albinoleffe e Piacenza in Serie B. In entrambi i casi pioggia di puntate anomale con immediata segnalazione degli operatori alla Federcalcio secondo una prassi consolidata. Ma la Figc, come ricordato più volte dal presidente Giancarlo Abete, non ha poteri di polizia e quindi porta avanti le indagini con i mezzi a sua disposizione che sono assai limitati. Le società si sono dette sorprese di tanto clamore. E nulla permette di dire che le due partite in questione siano state taroccate, ci mancherebbe altro. Il flusso di giocate è stato però estremamente fuori dall’ordinario.
Sull’incontro di Coppa Italia il «warming» è addirittura partito da un bookmaker, che ha una licenza austriaca e non ha concessione in Italia, Sky 365. Secondo l’ufficio stampa di questo operatore, puntate ingenti sarebbero giunte in grandissima parte dalla Toscana. E tutte avendo come minimo comune denominatore una ampia vittoria del Bari (1, parziale/finale 1/1, handicap 1 e over 2,5/3,5). Dalla stessa fonte apprendiamo inoltre che su Betfair, tra pre e durante match, sono stati abbinati un milione e seicento mila euro: una cifra mostruosa, a fronte di quella intorno ai 200/300 mila che normalmente caratterizza partite di questo spessore. È vero che il Bari avrebbe avuto vita facile contro il Livorno senza molti titolari, ma è altrettanto vero che il volume delle scommesse non rientra neanche lontanamente nella media. È partito dalla Snai, invece, l’avvertimento sulle giocate anomale che riguardavano Albinoleffe-Piacenza, quasi tutte concentrate sul pareggio e sull’over: così abbondanti da costringere l’operatore a chiudere il gioco 48 ore prima del match. Il presidente Ughi ha lanciato un vero e proprio allarme: «In queste circostanze, che sono in aumento, la Federcalcio dovrebbe attivarsi immediatamente facendo sentire il proprio peso e la propria presenza prima delle gare sospette o dal gioco sospetto, non dopo». In segno di risposta Abete ha chiesto alla Procura Federale non solo di attivare una vera e propria task-foce, ma di intensificare i rapporti con le Forze di Polizia.
Qualcosa va fatto. E qualcosa si potrebbe fare immediatamente. Basterebbe che Aams permettesse agli operatori di rimborsare gli scommettitori in tutti i casi di partite sospette. Si tratterebbe del modo migliore, fra l’altro, per tutelare i giocatori onesti e disarmare quelli disonesti. Nello scorso febbraio Raffaele Palmieri di Sicon aveva lanciato proprio sul nostro giornale questa proposta che avrebbe il potere di chiudere le porte in faccia ai malavitosi. Peccato che nessuno abbia risposto. Così come è rimasta nell’aria l’ipotesi di lasciare a un solo Tar, magari quello di Roma dove ha sede Aams, il compito di dirimere le controversie sulla liceità di negozi, corner e ctd senza concessione. Quanto meno per una questione di competenza e uniformità. La lotta contro il gioco fuorilegge non può attende oltre. In questa strategia s’inserisce a meraviglia l’obiettivo della Lega Pro che ha chiesto un incontro ad Aams per posizionare corner e negozi all’interno degli stadi e promuovere il gioco legale.


Già, il gioco legale. Ma in Italia le agenzie senza concessioni sono il doppio di quelle regolari. E le puntate abnormi si materializzano sui canali non ufficiali. Vogliamo fare qualcosa o continuiamo a prenderci in giro?

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