Accertamenti fantasma mai effettuati ma rimborsati dalla Regione. La truffa realizzata da 33 laboratori privati, messa in luce da unindagine dellAsp, da una parte fa cantar vittoria al commissario Piero Marrazzo, dallaltra ha calamitato le critiche di esponenti della maggioranza e dellopposizione, che chiedono una profonda riforma dei sistemi di controllo.
Truffare la Regione, infatti, non è difficile. Basta che il medico di famiglia prescriva accertamenti a un paziente e lo spedisca presso un centro compiacente, che non li effettua, ma chiede comunque il rimborso alla Regione. Naturalmente il ricavato può essere spartito tranquillamente tra i titolari del laboratorio, il presunto cliente e il medico stesso. Allora si spiega il raggiro di dieci milioni, tra tac, analisi e accertamenti, che si è trovato davanti lassessorato alla Sanità. E si spiega anche come a Roma lo stesso malato possa essere operato 1600 volte di cataratta.
«Nella nuova sanità del Lazio non cè spazio né alcuna tolleranza per le truffe - dichiara Marrazzo -. Linchiesta che coinvolge laboratori privati e medici nasce da un input preciso che ho personalmente dato al direttore generale dellAsp nellautunno 2007». «Lindagine sulla presunta truffa realizzata da 33 laboratori privati - prosegue - dice che la rete dei sistemi di controllo realizzata e potenziata in questi anni dalla nostra amministrazione funziona ed è in grado di intercettare ed evidenziare comportamenti anomali, far intervenire la magistratura e avviare limmediato recupero dei fondi distratti».
Il presidente spiega che la relazione dellamministrazione è stata immediata. «Per quanto riguarda i centri implicati nella vicenda - dichiara Marrazzo - è stata bloccata lerogazione di finanziamenti ulteriori e sono stati sospesi gli eventuali saldi rispetto ai budget degli anni scorsi. Allo stesso tempo, sono state avviate le procedure per il recupero di somme erogate e non dovute. Tale operazione ha permesso di risparmiare dai 50 ai 100 milioni di euro». Il commissario ricorda che esiste già una convenzione con la guardia di finanza per verificare comportamenti anomali e che lorganismo verrà potenziato a gennaio, quando diverrà operativa la nuova struttura ispettiva dellassessorato sanità, di cui faranno parte rappresentanti delle forze dellordine».
«Nel corso del 2008 - conclude Marrazzo - i controlli sullappropriatezza da parte dellAsp sono quintuplicati e hanno permesso di recuperare almeno altri 100 milioni».
Non è della stessa opinione Donato Robilotta, capogruppo alla Regione di Sr-Pdl. «Alcuni mesi fa il presidente D'Ubaldo in una riunione della commissione sanità - spiega - denunciò che con il solo controllo del 2 per cento delle prestazioni lAsp aveva messo in luce almeno 160 milioni di inappropriatezze e di analisi fantasma. Lanciò un grido di allarme che Marrazzo ha lasciato inascoltato perché i controlli bassi erano e bassi sono rimasti».
Più duro il sottosegretario per i Beni e le attività culturali, Francesco Maria Giro. «La Regione è allo sbando - dichiara - divisa da lotte intestine allinterno della maggioranza, che hanno costretto il governatore a innumerevoli rimpasti di giunta. Anche alla luce di questo scandalo gli chiediamo di gettare la spugna».
«Attendiamo una dichiarazione di Marrazzo per sapere come mai un cittadino del Lazio può essere operato di cataratta 1600 volte in un anno - fa eco Francesco Storace, capogruppo de La Destra -. Il risanatore si conferma un chiacchierone».
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