La Turchia e il suo doppio

La scrittrice turca Elif Shakak è stata assolta dall'accusa di offesa alla Turchia, articolo 301 del Codice penale di Ankara: era stata incriminata perché aveva parlato del genocidio turco degli armeni. In precedenza era stato assolto anche lo scrittore Orhan Pamuk, che pure aveva scritto del genocidio. Due buone notizie, sì, ma in agrodolce. Alla Turchia, difatti, l'Europa non chiede assoluzioni, ma l'abrogazione dell'articolo 301 che vieta genericamente di offendere l'identità turca. Ma ad Ankara non ci pensano nemmeno. E non solo. Il 14 aprile il ministero della Pubblica istruzione ha ordinato che tutti gli alunni scrivessero un tema sulle false affermazioni di genocidio riguardanti gli armeni, e non pago ha indetto un concorso sul tema «La ribellione armena durante la prima guerra mondiale». Non solo. Oltre al 310, il nuovo articolo 306 punirà chiunque domandasse il ritiro dei militari da Cipro o dichiarasse che il genocidio degli armeni abbia avuto luogo: norme che ovviamente contrastano con la Costituzione europea. Non solo.

Da circa un anno, in Turchia, sono stati cambiati tutti i nomi degli animali che facessero riferimento all'Armenia o al Kurdistan: la pecora Ovis Armeniana diventava Ovis Anatolicus, il cervo Capreolus Armenus diventava Capreolus Cuprelus, la Volpe Kurdistanica diventava Vulpes. E i Turchi, forse, diventeranno europei.

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