Tursi rifà le tombe alle vittime del temporale

Gli oltre mille morti verranno ricordati nelle celebrazioni ufficiali del Comune

(...) Da 60 anni a oggi una pesante coperta fatta di silenzio ha avvolto quella strage, ma dopo vari tentativi di sollevarla da parte dell'opposizione in Comune, durante la seduta di ieri nella sala rossa di Tursi quell'ambiguo silenzio è stato finalmente rotto. Le tre mozioni presentate da Alleanza Nazionale e Lega Nord sono state votate; solo quella del consigliere del Carroccio è stata respinta perché intendeva far luce sulla verità storica della vicenda che è stata, durante la discussione consigliare, messa da parte. La giunta per bocca dell'assessore alla cultura Luca Borzani si è espressa favorevolmente. «Sono sollecitazioni giuste quelle che arrivano dai consiglieri d'opposizione - dice Borzani -, anche se il rischio è che le vittime civili di quella terribile guerra siano rimaste trascurate rispetto al ricordo dell'evento militare in sé. L'Amministrazione comunale quindi condivide i testi delle mozioni anche se non condivide l'interpretazione che è stata data dell'evento. Non vorrei che in alcun modo si desse alle forze della Resistenza la responsabilità di ciò che avvenne in quella data».
La polemica resta aperta quindi su questa drammatica pagina di storia genovese. «Fu un episodio inspiegabile - commenta Edoardo Rixi, capogruppo della Lega Nord -, in quanto la colpa dell'esplosione dapprincipio venne attribuita al temporale che quella notte imperversava sul cielo della Liguria, in un secondo tempo la responsabilità venne data ai tedeschi, e dopo, secondo diverse testimonianze, si arrivò alla responsabilità presunta dei partigiani che sarebbero intervenuti all'interno della galleria per sabotare i depositi di munizioni. Al di là della verità storica, ora dopo sessant'anni credo sia giusto che i familiari di queste persone che trovarono la morte a San Benigno abbiano finalmente una risposta e un giusto ricordo da parte della città». Il consigliere azzurro Giuseppe Costa ricorda Don Bruno Venturelli, colui che in vita si battè per quelle vittime e per far sì che il loro ricordo non scomparisse mai.
Il Comune non ha potuto più aspettare e dopo lunghi anni si è spostato dal suo polveroso nascondiglio e si è deciso a rispondere. L'assessore Luca Borzani ha promesso che dal prossimo anno la strage di San Benigno verrà inserita tra gli eventi più importanti da commemorare, e che le tombe delle vittime presenti al cimitero della Castagna verranno risistemate e saranno finalmente raggiungibili dai parenti, proprio come chiedeva la mozione di An. Ma Borzani non è disposto a rinunciare alle sue convinzioni storiche. «Secondo la testimonianza verbale della Guardia Nazionale Repubblichina - dice - risulta che alle ore 6 di quel lontano 10 ottobre un fulmine incendiava alcune condutture elettriche e i depositi nella galleria. Fu un avvenimento naturale a causare quella strage, fu un temporale». Su questa convinzione l'assessore alla cultura resta saldo. Sergio Castellaneta di Liguria Nuova è di tutt'altro parere così come il capogruppo del Carroccio. «L'Amministrazione comunale - tuona Castellaneta - ha voluto fino ad oggi seppellire sotto un silenzio vergognoso più di mille vittime. È stato un comportamento vile da parte di un Comune medaglia d'oro alla Resistenza».

Nonostante le polemiche ciò che importa è che il polveroso e luttuoso libro della storia sia stato riaperto e che le vittime di quella strage vengano ricordate. «Chiedo che da questo consiglio venga condiviso il senso del dolore», dice Giuseppe Murolo di An. Così è stato.

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