Tutti a piedi o sui pattini: a Londra sciopero della «tube»

La metropoli inglese paralizzata dalla protesta dei lavoratori della metropolitana, che chiedono aumenti di salario e maggiore sicurezza.

Autobus presi d'assalto, ma anche biciclette e pattini per i più volenterosi e perfino i battelli sul Tamigi. Oltre tre milioni di londinesi sono rimasti a piedi oggi e hanno dovuto trovare metodi alternativi per muoversi a Londra, a causa dello sciopero di 48 ore della più antica metropolitana del mondo. Fino alla fine si è tentato di evitare il caos, ma le trattative tra i sindacati della Rmt (Rail, Maritime and Transport) e i capi della London Underground non sono andate a buon fine.
In realtà circa la metà dei ventimila dipendenti della Tube si è presentata al lavoro oggi e in effetti alcune delle 11 linee hanno funzionato quasi regolarmente (così la Northern Line e, in forma ridotta, la District, Jubilee, Victoria, Metropolitan e Piccadilly). Eppure i cittadini non si sono fidati, a causa delle notizie diffuse il giorno prima, e hanno preso d'assalto i mezzi di superficie o hanno trovato vie diverse per spostarsi in attesa che la protesta, iniziata alle 19 di ieri sera (martedì), faccia tornare la metropoli alla normalità.
I più preoccupati sono i tifosi, che stasera dovranno trovare il modo di raggiungere lo stadio di Wembley per seguire la partita Inghilterra-Andorra, valevole per la qualificazione ai campionati del mondo in Sudafrica. Il servizio dovrebbe infatti riprendere alle 19 di domani (giovedì).


Il sindaco di Londra Boris Johnson ha definito lo sciopero «inutile e assolutamente folle» ma i lavoratori della London Underground non hanno ceduto: chiedono aumenti di stipendio, sono critici nei confronti dell'ondata di sanzioni disciplinari inflitte ai dipendenti, chiedono la salvaguardia dei posti di lavoro e maggiore sicurezza.

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