Ubriaco al volante Rom uccide una donna

La vittima, 52 anni, stava rientrando a casa col marito dopo il pranzo di Pasqua. L’auto ha invaso la corsia opposta a 100 km all’ora

Ubriaco al volante 
Rom uccide una donna

Torino - Correva veloce verso Settimo Torinese, alla guida di una Fiat Bravo intestata a un altro rom. Correva a oltre 100 km all’ora, ubriaco e senza patente. Ha ammazzato una donna, una casalinga di 52 anni che insieme al marito stava rientrando a casa in auto dopo aver trascorso la Pasqua da alcuni amici. Radu Bodganu, nomade di 25 anni, è ora piantonato nel reparto detenuti dell’ospedale Molinette di Torino: è accusato di omicidio colposo, con l’aggravante di essersi messo alla guida senza aver mai conseguito la patente e per giunta ubriaco. I primi test effettuati in seguito all’incidente avrebbero infatti stabilito che il rumeno aveva un tasso alcolemico cinque volte superiore ai limiti di legge.

Lo scontro è avvenuto la sera di Pasqua in strada Cebrosa, sul cavalcavia che segna il confine tra Settimo e Torino. Il rom avrebbe perso il controllo della vettura finendo nella corsia opposta. Da Settimo, in direzione Torino, sopraggiungeva un’Alfa 146 con a bordo i coniugi Alviano: Giulio, di 58 anni, era alla guida, mentre la moglie Maria Romano, di 52 anni, era seduta accanto al marito. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Settimo e i medici del 118. Il rumeno è stato ricoverato in ospedale, insieme con Giulio Alviano, che è stato dimesso ieri mattina.

Maria Romano, invece, non ce l’ha fatta: è morta sul colpo. Radu Bodganu ha riportato la frattura del setto nasale e quella del bacino. Oggi verrà sentito dal gip, che dovrà convalidare il suo fermo. Il rom pare non ricordare nulla dell’incidente, spera solo di poter tornare al più presto alla sua vita di sempre. Era entrato in Italia clandestinamente, ma ora vive in un minuscolo campo nomadi di via Moglia, a Settimo: quattro case occupate da altrettante famiglie che vivono di espedienti e che spesso accolgono altri rom. Dagli accertamenti è emerso che il giovane ha alle spalle un precedente per furto. Inoltre, la macchina che guidava, la Fiat Bravo, è intestata a un altro nomade rom, irreperibile, che risulta proprietario di altre 500 vetture. Il prestanome, tra l’altro, è ricercato da diverse forze di polizia del nord Italia perché le auto a lui intestate sono state coinvolte in incidenti stradali, nei quali i conducenti sono fuggiti senza prestare soccorso. Una decina di giorni fa il rom era stato identificato durante un controllo nel campo nomadi di via Moglia. Nella circostanza, il giovane aveva nella sua disponibilità un furgone e alcune targhe rubate: era stato denunciato, ma non fu possibile contestargli la guida senza patente.

«Ora ci aspettiamo una punizione eccellente - ha commentato Carmelo Lentino, portavoce di “Basta un Attimo”, la campagna nazionale sulla sicurezza stradale e contro le stragi del sabato sera - che possa fargli capire quello che ha fatto e, solo dopo, un percorso di recupero.

Non vorremmo assistere - ha sottolineato - nuovamente ad un provvedimento che lasci in libertà chi ha ucciso con un tasso alcolico nel sangue. Siamo di fronte all’ennesima famiglia distrutta e l’immobilismo verso questa strage deve finire».

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