Uccide una donna paralizzata: il killer incastrato dal cellulare

I carabinieri lo hanno arrestato dopo una lunga caccia all’uomo tra la Lombardia e il Veneto e, nonostante lui non abbia ancora confessato, ora è rinchiuso nel carcere di Padova con l’accusa di omicidio volontario e verrà sentito stamattina dal gip per l’interrogatorio di garanzia. Si è chiuso così, in meno di 12 ore, il giallo sull’omicidio di Petronilla Sanfilippo, la vedova 55enne trovata morta mercoledì pomeriggio nel suo appartamentino di Garbagnate Milanese. La donna - portatrice di un handicap che la costringeva a muoversi su una sedia a rotelle - sarebbe stata uccisa dal convivente, Paolo Z., 52 anni, disoccupato e tossicodipendente. Martedì sera l’uomo, al termine di una delle lunghe liti che movimentavano l'altalenante relazione della coppia, ha colpito quattro volte al fianco sinistro con un coltello da cucina la Sanfilippo, quindi l’ha finita con un colpo in testa sferratole con un vecchio ferro da stiro a carbonella che le ha sfondato il cranio. Quindi è fuggito portandosi via il cellulare della poveretta e richiudendo la porta di casa con le chiavi.
La risoluzione del giallo in così breve tempo la si deve soprattutto alla velocità delle indagini e dei riscontri condotti dai carabinieri della compagnia di Rho, guidati dal capitano Luca Necci. I militari hanno ascoltato i racconti dei vicini di casa della donna, che hanno parlato a lungo e in maniera circostanziata delle furibonde liti tra la morta e quello che l’altroieri era il principale sospettato del delitto. Sempre i conoscenti della coppia hanno raccontato che la donna non aveva mai denunciato Paolo Z., nonostante i loro litigi si concludessero spesso con delle percosse a danno della poveretta, per timore di restare sola. Il convivente, infatti, che andava e veniva da casa della morta, a volte le faceva anche da badante visto che i due figli adulti della poveretta vivono altrove.
A quel punto i militari si sono recati a casa dei genitori di Paolo Z., a Paderno Dugnano. La famiglia ha detto che non vedeva l’uomo da qualche tempo, ma ha anche indicato dove poteva trovarsi. «In Veneto, nel Padovano, abbiamo molti parenti perché siamo originari di quelle zone: Paolo va spesso là».
Le indagini hanno cominciato a prendere un ritmo serrato. A quel punto i carabinieri di Rho hanno diramato la foto di Paolo Z. in tutta Italia e, soprattutto in provincia di Padova dove c’erano state anche delle localizzazioni satellitari della presenza dell’uomo (aveva con sé, seppur spenti, il proprio cellulare e quello della Sanfilippo che lo davano in movimento tra la Lombardia e il Veneto). I militari di Padova hanno aperto allora una vera e propria caccia all’uomo. E, intorno alla mezzanotte, nel comune di Ponte Longo, i carabinieri della compagnia di Piove di Sacco hanno intercettato Paolo Z.

e l’hanno portato in caserma dov’è stato interrogato per tutta la notte.
Nonostante l’uomo non abbia ancora confessato gli inquirenti - in possesso di riscontri di vario genere - si dicono convinti che Paolo Z. sia l’assassino della povera vedova.

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