Ultima moda under 18: gara stronca etilometro

La nostra cronista a Marina di Ravenna, dove gli adolescenti duellano a colpi di "palloncino": chi è più sbronzo vince. E si mette alla guida dell’auto

Ultima moda under 18:   
gara stronca etilometro

Marina di Ravenna - Il primo a provarci è Marco, 18 anni. Soffia con poca convinzione. Poi ritenta e guarda il risultato: 0,80. «Ragà, stasera lo faccio scoppiare io l’etilometro». E si allontana barcollando. Poi è il turno di Luca, anche lui appena maggiorenne. Arriva spavaldo alla postazione dei volontari di «Sicuramente al mare, la percezione del rischio». Soffia forte nella cannuccia ed esulta: 1,24. «Stavolta vinco io, tocca a me guidare». Proprio a lui, che nelle quattro ore precedenti si è scolato due birre, un mojito e tre vodka lemon. Ha mischiato e ora è stordito, parla biascicando ma, chiavi in mano, pretende di riportare a casa se stesso e i tre amici. Il premio per aver retto di più. Per aver ingurgitato qualunque genere di cocktail senza vomitare. Almeno fino a ora.

La nuova moda, all’uscita delle discoteche, è fare a gara di etilometro. Misurare il tasso alcolico prima di rimettersi in macchina e affrontare le pattuglie appostate agli incroci non serve per mettersi al riparo dal rischio di incidenti e multe salate. Serve solo a dimostrare quanto si è «fighi». A conquistare le ragazze e a divertirsi. La coda cresce. Tutti vogliono provare. Entrare in classifica. Arriva Sara, 16 anni. Soffia e la macchinetta segna 0,70. Ma lei è minorenne. Nessun problema. Poi è la volta di Marina, anche lei 16 anni. La sua è la «prestazione» peggiore: 0,54. Infine è il turno di un suo amico, Raffaele, 19 anni. Guarda il monitor ed esulta: con 2,1, per il momento, è lui il «migliore». I volontari che all’uscita dei locali fanno il pre-alcoltest ai giovani scuotono la testa sconsolati. Loro sono lì per prevenire i pericoli. Per spiegare ai ragazzini, specialmente ai neo patentati, che con valori superiori a 0,50 si rischia il ritiro della patente e multe esemplari. Per non parlare degli incidenti, spesso mortali, che trasformano ogni statistica del week end in un bollettino di guerra.

Ma qualunque tentativo è inutile. Come si fa ad andare a ballare senza bere? «È una cosa da sfigati». Da perdenti, insomma. Quando arrivi in discoteca lo capisci subito che qui tutti la pensano così. Già dall’apertura il bar è letteralmente preso d’assalto. Nonostante nei bagni di Marina di Ravenna trasformati in night la consumazione non sia obbligatoria. Chiunque, insomma, potrebbe entrare, ballare, divertirsi senza sballarsi e andare via. Ma nessuno lo fa. I ragazzi arrivano in pista, si guardano intorno per vedere chi c’è, fanno un giretto per il locale e poi, in massa, corrono al bar. Come uno sciame che non possa fare a meno di seguire gli ordini del capofila. Dall’altra parte del bancone altri ragazzi come loro si affannano per servire quantità industriali di mojito, rum e coca, negroni, long island, vodka e gin lemon. Rigorosamente in bicchieri di plastica. «Se non rispettiamo l’ordinanza ci fanno centinaia di euro di multa».

Per superare mezzo grammo di alcol per litro di sangue - la soglia massima tollerata dalla legge - basta però molto meno. Un paio di birre medie e sei fuori. I ragazzi lo sanno, ma non gli importa. Ciò che conta è divertirsi, senza pensare. È il motto di un adolescente che in testa ha un casco da football americano al quale sono fissati due bicchieri colmi di birra. Beve da entrambi, contemporaneamente, attraverso una lunghissima cannuccia. Oppure di due cubiste improvvisate che ballano la house semi-svestite su un tavolo fra gli applausi dei propri amici. Mentre poco distante altre due ragazzine si cimentano nella lap dance al palo della luce. Qualcuno, di tanto in tanto, cede. Si sente male e va a rifugiarsi sulla spiaggia. Fra loro c’è un ragazzo molto giovane: si stende sulla sabbia quasi privo di sensi. Non si muove, non dice nulla. Un suo amico gli sta vicino, con il cellulare in mano pronto a chiamare la Croce rossa appostata con le ambulanze sul viale appena fuori dal locale. Dopo dieci minuti il giovane moribondo si riprende, si adagia su un fianco e vomita. Allarme rientrato.

Scene simili si ripetono nelle toilette e in riva al mare. Fino alla chiusura del locale. È a questo punto che comincia la sfida. Nelle ore precedenti c’è stato l’allenamento, la preparazione al bancone del bar. Adesso è il momento di dimostrare tutto il proprio valore. Alla spicciolata i ragazzi si avvicinano ai volontari dell’etilometro. Non hanno subito il coraggio di confessare le proprie intenzioni. Provano a dissimulare, a far finta di temere davvero per il risultato. Ma quando l’esito va ben oltre il minimo sindacale - il famigerato 0,50 - la soddisfazione è troppo grande per tenerla a freno. In palio c’è la palma dell’invincibile, che non si fa certo piegare da sette-otto cocktail ingurgitati in poche ore. Almeno per qualche altro minuto.
Quando la serata è davvero finita, e le luci e la musica lasciano il posto al silenzio e all’oscurità, lo sciame si inoltra attraverso la pineta, per raggiungere i parcheggi. Di tanto in tanto perde qualche componente. Che approfitta del buio e del riparo degli alberi per piegarsi e liberare lo stomaco dall’eccesso di alcol. Lo fa di nascosto. Che figura ci farebbe con i suoi amici? Proprio lui che ha vinto la gara e che ha promesso di riportarli a casa. Cammini attraverso il sentiero e la puzza di vomito e urina rischiano di far sentire male anche te.

Chi ancora ha la forza per proseguire la serata si incammina lungo viale delle Nazioni, che costeggia i bagni di Marina di Ravenna. Alla fine della strada, distanti circa un chilometro, ci sono gli «Street bar» dove il divertimento va avanti fino alle quattro del mattino. A questo punto lo sciame si dirada ancora. Qualcuno non ce la fa a rimanere in piedi e si accascia sulle panchine. Ancora dieci minuti e non c’è più uno spazio libero. Tutti i posti a sedere sono occupati da corpi stesi o da ragazzini piegati in due con la faccia rivolta verso l’asfalto per rimettere. Ci resteranno tutta la notte, fin quando a sbronza passata non saranno in grado di tornare a casa.

Gli altri proseguono, arrivano nei bar ancora aperti e continuano a bere. Intorno alle quattro si rimettono in macchina. Qualcuno barcolla, qualcun altro ostenta assoluto controllo.

Ad attenderli, al primo incrocio, almeno cinque pattuglie fra polizia, carabinieri, vigili e guardia di finanza con tanto di unità cinofile per beccare i pusher. Gli agenti aspettano lo sciame con l’etilometro in mano. Finalmente la gara può ricominciare. Solo che questa volta in palio c’è almeno un mese senza patente.

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