Unioni gay e nuovo Senato, doppio No dei cattolici

Depositato il quesito per abrogare parzialmente la Cirinnà, pronto il comitato anti riforme. L'iniziativa di Gandolfini (Family Day)

Unioni gay e nuovo Senato, doppio No dei cattolici

Roma - Doppio no dei cattolici al governo di Matteo Renzi. Lo scontro si consumerà attraverso due referendum, quello già indetto sulla riforma costituzionale e quello ancora da indire sulle unioni civili per il quale è appena partita la raccolta di firme. Ieri il comitato promotore della consultazione popolare per l'abrogazione della normativa appena approvata sulle nozze gay ha depositato il quesito in Cassazione. In prima fila i parlamentari della Lega, Gianmarco Centinaio, Nicola Molteni e Roberto Simonetti affiancati da Gaetano Quagliariello ed Eugenia Roccella di Idea; l'azzurro Maurizio Gasparri; Maurizio Sacconi e Roberto Formigoni di Ncd. «No alla parificazione delle unioni omosessuali al matrimonio tradizionale; no all'utero in affitto e alla famiglia surrogata - dicono gli esponenti del Carroccio - Bisogna fermare l'obbrobrio della legge Cirinnà che questo governo dittatoriale ha imposto». Sacconi spiega che il quesito depositato riguarda «soltanto la prima parte della legge relativa a simil matrimoni in quanto presupposto delle adozioni». Il presidente della Commissione Lavoro precisa che in caso di vittoria referendaria «rimarrebbe in vita la seconda parte della legge nella quale trovano regolazione e tutele le stabili convivenze omo ed etero». In sostanza, conclude, «il referendum è rivolto soltanto contro le adozioni». Per Monica Cirinnà (Pd) promotrice del ddl unioni civili, questo referendum abrogativo è destinato al fallimento. «Ogni volta che gli italiani sono stati chiamati a decidere se confermare o abrogare legge che ampliavano i diritti - ricorda la Cirinnà - hanno sempre scelto di rendere l'Italia un paese più libero».

Mobilitazione cattolica anche contro il referendum costituzionale. Si è costituito il Comitato famiglie per il No che nasce da una costola del Family day. A guidarlo sempre Massimo Gandolfini. «Non siamo contro il rinnovamento della Costituzione - spiega Gandolfini - Ma questo non può essere fatto pagando il prezzo della distruzione della famiglia e dell'antropologia umana».

In tempi brevi arriverà il primo verdetto della Cassazione su un caso di stepchild adoption, che non dovrebbe essere una rimessione alle sezioni unite. Si tratta del ricorso della Procura di Roma contro una sentenza della corte d'appello che aveva riconosciuto ad una donna l'adozione del figlio della sua compagna.

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