In New Hampshire si vota per la medaglia d’argento. L’oro è andato: Mitt Romney vincerà senza problemi le primarie repubblicane di oggi. La vera partita è per il secondo posto: se lo giocano Ron Paul, Rick Santorum e Jon Huntsman. Quest’ultimo, ex ambasciatore di Washington in Cina, è il personaggio del giorno perché dal voto in Iowa era uscito malissimo, mentre nello Stato del Granito sta rimontando di ora in ora. Ex governatore dello Utah, è l’uomo che dal Wall Street Journal viene considerato il candidato repubblicano col miglior programma economico, ma la sua campagna è partita male ed è molto complicata. Potrebbe avere una notte di gloria, poi, forse, poco più.
È lo stesso incubo che vive in queste ore anche Rick Santorum: dopo l’exploit in Iowa ha bisogno di confermare la sua performance. Oggi deve arrivare al massimo terzo per poter sperare ancora di essere un’alternativa credibile a Romney. Perché questa è la partita e l’abbiamo già detto: c’è un favorito, cioè l’ex governatore del Massachusetts, e poi c’è un manipolo di avversari che possono provare a strappargli la nomination. Il problema è che gli anti-Romney, per ora, si fanno male a vicenda: non lo vogliono, ma contrastandosi l’un l’altro lo favoriscono.
La sfida importante sarà quella del 21 gennaio, in South Carolina: se Santorum dovesse reggere oggi arriverebbe al Sud come potenziale alternativa a Romney. Un conservatore vero in uno Stato veramente conservatore. Ci può provare.
Ci proverà anche Newt Gingrich che lì cercherà di rientrare in corsa per giocarsi tutto nella tappa successiva, in Florida, il 31 gennaio. Sempre e comunque in chiave anti-Mitt Romney che non piace a molti, ma che senza piacere rischia di vincere.twitter: @giudebellis
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