«Vale il diritto alla salute ma anche quello al lavoro»

Il primo round va al Comune. Il Tar ha respinto la richiesta di sospensiva presentata da Genitori antismog, Wwf e Italia Nostra contro le deroghe al pagamento di Ecopass concesse da Palazzo Marino ai veicoli diesel Euro 4 e 5 senza filtri antiparticolato, contenute nella delibera del 24 dicembre scorso. Nell’ordinanza despositata ieri, i giudici di via Corridoni rimandano all’udienza del prossimo 8 giugno per la discussione di merito, ma - intanto - danno ragione alla giunta.
Nelle quattro pagine di decisione, però, i magistrati della quarta sezione del tribunale amministrativo iniziano ad affrontare il tema centrale del ricorso. Hanno ragione, i cittadini, a essere preoccupati per una linea «morbida» nei confronti delle auto più inquinanti? Ed è più importante la libertà di muoversi per le strade di Milano o la tutela della salute? «A un sommario esame - scrive il giudice Antonio De Vita - i motivi del ricorso non appaiono del tutto sforniti di fumus boni iuris». In altre parole, sono in parte fondate le ragioni che hanno spinto le tre associazioni a opporsi alla delibera del Comune. Tuttavia, «tali motivi non possono essere vagliati prescindendo da una valutazione complessiva che tenga conto degli innumerevoli interessi in gioco, che potrebbero, in una certa misura, non rendere il diritto alla salute immediatamente e incondizionatamente prevalente su altri diritti costituzionalmente tutelati», quali «la libertà di circolazione, di iniziativa economica, il diritto al lavoro».

Il Tar, infine, ricorda che Palazzo Marino ha stabilito «che il periodo di esenzione dovrà essere sottoposto a una verifica il 30 aprile 2010, conla conseguenza che l’amministrazione si è autovincolata per una data ormai prossima a una valutazione dell’effetto delle misure introdotte , cui dovrebbero seguire appropriate determinazioni». Ovvero, è l’auspicio del Tribunale, se le deroghe avranno effetti negativi sulla qualità dell’aria, sarà il Comune stesso a fare marcia indietro.

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