Varese, in manette due «rapitrici» di nani da giardino

In Francia è nato il «Fronte» che li difende e sta facendo proseliti in mezza Europa

Andrea Acquarone

da Varese

Non si erano mossi da soli, come racconta qualche leggenda, per tornare nella loro casa nel bosco. A portarli fuori dal cortile nel quale erano esposti un paio di ladri. Anzi «ladre». E per divertimento.
Era l’alba quando hanno tentato di «liberare», come dicono loro, gli amici degli gnomi, 14 nani da giardino da una ditta di Olgiate Olona (Varese). Ma sono finite in manette. E coi tempi che corrono tutto sommato è andata bene. Rischiavano di farsi sparare.
Protagoniste della bravata due ragazze ventiquattrenni, incensurate, una impiegata e l’altra disoccupata, che hanno pensato bene di coinvolgere nell’impresa anche la sorella di una di loro, minorenne. Lei, 17 anni appena, se l’è cavata con una denuncia a piede libero. Non poteva essere accusata di violazione di domicilio e furto in abitazione: stava fuori a raccogliere le statuette che le passavano dall’altra parte della rete le complici. Gli inquirenti stanno cercando di capire se le giovani facciano parte o meno dell’ormai storico «Fronte per la liberazione dei nani da giardino», organizzazione nata in Francia ma con «cellule» sparse ormai in tutta Europa. Loro giurano di no. Ma ultimamente proprio tra Azzate, Varese, Cardano al Campo, Fagnano Olona e Sesto Calende, si è registrata una serie di sparizioni di «gessi». E in un caso oltre che i nani a volatilizzarsi era stata anche una candida Biancaneve.
Le tre intrepide «liberatrici» di statuette, evidentemente dopo una notte brava, sono entrate in azione alle 4 del mattino scavalcando il recinto dell’azienda dove vive il proprietario con la famiglia. L’auto parcheggiata davanti per caricare gli «ostaggi», quindi due si sono arrampicate sulla rete, alta un paio di metri, introducendosi nel giardino. Dormivano tutti. E nemmeno si sarebbero accorti di nulla se un loro vicino di casa non fosse rientrato dal lavoro proprio in quel momento. È stato lui, insospettito dai rumori a dare l’allarme al 112.
La prima pattuglia di carabinieri arrivata da Busto ha sorpreso le ragazze a blitz quasi finito. I nanetti erano già tutti accatastati oltre la recinzione, pronti per essere caricati sull’utilitaria del «commando» per essere poi probabilmente «liberati» e fatti a pezzi in qualche bosco della zona. Così vuole la regola, così l’anima della statua potrà aleggiare.
«Ci hanno beccate», l’unico, laconico, commento delle tre «sbarbate» di fronte alle manette. Ragazze di buona famiglia, ma a quanto pare tanto annoiate da un agosto da trascorrere a casa. Un po’ di diversivo tra il carcere a Monza e i giudici l’hanno comunque avuto. Quindi le scuse, «non lo faremo più», e dopo qualche ora anche per loro la libertà. Non se l’è sentita di tenerle in prigione il giudice di turno. Il codice penale prevede l’arresto obbligatorio per furto in abitazione. «Non sono pericolose» ha spiegato il pm Massimo Baraldo. «Non sapevamo cosa fare, volevamo solo divertirci», hanno spiegato senza lacrime, le giovani. Insomma una bravata, niente a che vedere coi «terroristi dei giardini». «Come per esempio quelli «Klub Anti-Nani da giardino», loro pervicaci sostenitori dell’eliminazione fisica dei «Cucciolo» e «Mammolo» scolpiti. Sono brutti sostengono molti, un «arredo di pessimo gusto».

Quelli del fronte ne parlano invece come di persone «vive». Con un’anima, la favola dei nani trasposta in realtà.
Fatto sta che c’è di peggio che stare in un giardino colorato e magari pure ben curato. Persino Brontolo sarebbe d’accordo.

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