"Vasco Rossi sindaco". E lui ringrazia Milano: "Prima città a capirmi"

Domani al via le sette date del rocker a San Siro Sala: «Compra tu lo stadio». Proteste per il caos

"Vasco Rossi sindaco". E lui ringrazia Milano: "Prima città a capirmi"
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Sul palco sale Beppe Sala ma i fan chiamano «Vasco sindaco, Vasco sindaco». E il rocker di Zocca arriva e si prende la scena e la Pergamena della città. La motivazione la legge Sala: «Il Comune a Vasco Rossi per il suo stretto legame con la città, a partire dal primo dei suo oltre concerti a Milano e per i meriti artistici che lo hanno visto protagonista per più di 50 anni di musica ed emozioni». Riconoscimento e incontro con il suo popolo nella sede di Rcs a due giorni del primo di sette concerti (tra domani e il 20 giugno) da tutto esaurito a San Siro, circa 400mila biglietti in tutto. Ed è già un record a prescindere: 36 show durante la sua carriera al Meazza, sette nella stessa tournèe, è stato anche il primo italiano, nel 1990, a fare un concerto con lo stadio salito da due a tre anelli. «Se Milan e Inter decidessero di non rimanere più a San Siro, io spero di no, lo vendo a lui» scherza Sala visto che il calcio rischia di traslocare a Rozzano e San Donato. E il Blasco raccoglie la provocazione con interesse, cerca nel pubblico il presidente di Live Nation Roberto De Luca, promoter del suo tour, «mi faccio finanziare da De Luca, lui lo compra». Ringrazia per il riconoscimento che «mi onora tantissimo e mi fa molto piacere ricevere - dice -, riconosce tutto il lavoro fatto in questi anni, che sono tanti, e Milano è stata la prima città che mi ha capito e apprezzato veramente. Sono affezionatissimo. Ogni volta che venivo qui da Modena o da Bologna mi sembrava di essere arrivato a New York. E mi sono trovato sempre bene». Si è anche sposato con una milanese e scherza ancora: «Uno sposa un'americana e diventa americano, io sono diventato milanese». Anche se in realtà «l'ho portata via io dalla città, a Bologna». C'è chi grida al sindaco di dargli anche le chiavi della città ma ammette, «meglio di no». E anche Sala, definito «sindaco rock», sta alla gag e rifiuta perchè «sennò fai pasticci». Vasco fa il «megalomane, avrei potuto rimanere a San Siro tutto giugno, ma capisco che bisogna dare spazio anche agli altri». Fan in delirio. Come la 53enne che a microfono confessa di seguirlo «da 40 anni e in questo tour sarò presente a 12 concerti».

Il «comandante» parla per più di un'ora e mezza. Passa con scioltezza dal primo concerto al Rolling Stones di Milano, alle droghe, alla guerra in Medioriente alle polemiche sulle manganellate agli studenti in corteo, ammettendo che «a volte si prendono ma va bene così, ci andavo anch'io e mi divertivo a evitare di prenderle». Tra le chicche del concerto (nessun brano dall'ultimo album) c'è «che rifarò Jenny è pazza, l'ho scritta oltre 50 anni fa ed è ancora così attuale, parla del concetto dell'esclusione». Racconta che sta facendo studi su Budda e la filosofia orientale, «la prossima volta forse verrò vestito di arancione». E le canzoni «sono dei miracoli, infatti non mi vengono spesso e mi consumo il fegato. Quando inizio non so mai di cosa parleranno e se arriverò alla fine. E quando mi fanno critiche sulle canzoni mi viene da ridere, perchè minimo me le sono già fatte io, ma anche peggio. Scriverle è stata anche la mia psicanalisi». Rifiuta di essere definito un cattivo maestro perchè «non sono mai stato neanche un esempio. E i rapper non influenzano i giovani, semmai sono espressione di come sono loro, di com'è il mondo». Vasco aveva polemizzato con i residenti anti concerti. Che lo aspettano «al varco». Anche ieri polemiche per strade chiuse, bimbi da recuperare in auto nella «zona rossa», tornei di padel annullati.

E domani alle 19 in via Chiostergi scatta anche il presidio del Comitato residenti Quinto Romano contro i disagi - dal parcheggio selvaggio al rumore - causati dal «Milano Latin Festival», dall'1 giugno al 15 agosto al parco Acquatica.

ChiCa

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