"Basta repressione e respingimenti". Dal Vaticano ancora pressioni sui migranti

Nuovo affondo del Vaticano sull'Europa per la questione migranti: all'Ue si chiede di aumentare la sua capacità di accoglienza perché "loro viaggi di disperazione e speranza potrebbero essere i nostri"

"Basta repressione e respingimenti". Dal Vaticano ancora pressioni sui migranti
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Ancora una volta il Vaticano interviene sulla questione migranti per spingere sul principio di accoglienza indiscriminata. Stavolta a parlare è il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, durante la conferenza stampa di presentazione del messaggio di Papa Francesco per la 110esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, in programma il 29 settembre. "Oggi, piuttosto che respingere e reprimere chi è in cammino, dovremmo porre attenzione ai fattori di spinta e di richiamo che sono alla base della migrazione forzata", ha dichiarato il porporato.

Un'attenzione che dal governo Meloni è stata massima fin dall'insediamento, quando si è iniziato a discutere di un nuovo "piano Mattei" che prevede ampie elargizioni di denaro ai Paesi di partenza, ma anche di transito, dei migranti per permettere lo sviluppo dell'economia e, quindi, creare attrazione per chi non vuole lasciare il suo Paese. L'Italia, in questo progetto, ha coinvolto anche l'Europa, che sta partecipando attivamente proprio allo scopo di ridurre il numero di morti e l'immigrazione illegale. Per tale ragione il monito del cardinale arriva fuori tempo massimo, per altro senza mettere sul piatto della bilancia i rischi di una spinta incontrollata per la sicurezza e la stabilità dell'Europa. "Anche noi, se vivessimo simili pressioni, fuggiremmo. Allora, cerchiamo di vedere i migranti come fratelli e sorelle, siano essi costretti a fuggire o bloccati al confine, o entrambi i casi. I loro viaggi di disperazione e speranza potrebbero essere i nostri", ha proseguito.

"Riconoscere che queste persone sono fratelli e sorelle, cambia completamente", ha detto ancora Czerny, che ha poi paragonato le migrazioni del XXI secolo a quelle europee. "Sarebbe utile agli europei ricordare le radici migratorie. Molte persone in Europa sono in movimento. Peccato che dopo una o due generazioni si possano dimenticare le radici. Gli europei possono sviluppare una politica migratoria che rifletta i valori, le speranze e la grandezza di questo Continente", ha aggiunto il cardinale. Anche gli italiani sono stati "in movimento" in passato, ma con i documenti e seguendo le procedure previste, anche quando queste erano complicate. In diverse occasioni il Vaticano, o la Cei, hanno detto la loro sui migranti, con particolare riferimento all'Italia e, soprattutto, esigendo che il nostro Paese aumentasse la propria accoglienza.

Il tutto mentre i nostri porti, soprattutto nei mesi invernali, subiscono enormi pressioni, le più elevate d'Europa, e il nostro Paese è quello con il maggiori numero di ingressi irregolari. Da non confondere con chi effettivamente ha diritto a richiedere l'asilo perché fugge da persecuzioni o guerre.

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