I 135 cardinali elettori: un collegio bergogliano. Gli italiani sono sedici

Per la maggioranza servono 90 voti sullo stesso candidato. Restano esclusi gli ultraottantenni

I 135 cardinali elettori: un collegio bergogliano. Gli italiani sono sedici
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Con la morte di Papa Francesco, si apre ora il cosiddetto periodo della sede vacante e poi il Conclave per l'elezione del nuovo Pontefice. Ma chi sono i cardinali che eleggeranno il successore di Bergoglio? Come si svolgono le elezioni? Cosa prevede la Costituzione apostolica? Attualmente i cardinali con diritto di voto (cioè con meno di 80 anni) sono 135; 117 sono invece i non elettori, che dunque non entreranno nel Conclave.

Dopo la messa «pro eligendo Romano Pontifice» che vede riunito il collegio cardinalizio, i porporati entrano uno a uno nella Cappella Sistina che - per questo momento storico della Chiesa - viene chiusa ovviamente al pubblico. Vengono predisposti dei banchi con il nome di ciascun elettore e viene apposta una sorta di pedana sopra il pavimento. Il maestro delle celebrazioni liturgiche pronuncia la storica frase «Extra omnes», ovvero tutti fuori. Chiude il portone e da quel momento i cardinali non possono avere contatti esterni, né utilizzare cellulari, vivono «reclusi» a Casa Santa Marta e possono dialogare solo tra di loro.

L'ultimo Concistoro presieduto da Francesco è stato il 7 dicembre 2024 e ha visto la creazione di 20 nuovi Principi della Chiesa. Il collegio cardinalizio si presenta quasi interamente bergogliano, ovvero con cardinali creati dal Pontefice argentino. Solamente 5, infatti, sono i porporati nominati da Giovanni Paolo II e 22 da Benedetto XVI. I restanti 108, dunque, rappresentano più della maggioranza qualificata, e sono espressione delle scelte di Bergoglio. Più della metà del collegio cardinalizio appartiene ad ordini e congregazioni religiose. La porpora si posa equamente sui cinque continenti.

Sedici sono i cardinali della Chiesa italiani, anche se bisogna annoverare «italiani» alla guida di realtà fuori dalla penisola come il patriarca di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa e l'ordinario della Mongolia, Giorgio Marengo. Mentre Angelo Becciu, che ha meno di 80 anni, viene attualmente computato tra i non elettori nel sito della Sala Stampa vaticana, dopo che Francesco gli aveva tolto i privilegi cardinalizi. Saranno ora i cardinali elettori a decidere se entrerà o meno in Conclave. In generale il «Vecchio Continente» conterà 53 porporati mentre l'America latina conterà 21 cardinali e l'Asia 23. Infine, l'Africa sarà rappresentata nella Cappella Sistina da 18 cardinali elettori, il Nord America avrà 16 elettori e l'Oceania 4.

Il Papa viene eletto quando si raggiunge la maggioranza dei due terzi. Servono dunque 90 voti convergenti su un unico candidato. E già si pensa a quanto sia alto il quorum rispetto ai precedenti Conclavi, quando invece il collegio cardinalizio era composta da un massimo di 120 elettori. Un tetto che era stato fissato Paolo VI con costituzioni apostoliche Ingravescentem aetatem del 1970 e Romano Pontifici Eligendo del 1975, con cui ha escluso dal Conclave i cardinali ultraottantenni e fissato in 120 il numero dei componenti del collegio elettorale.

Ora Papa Francesco ha «sforato» questo tetto e dunque diventerà ancora più difficile raggiungere la maggioranza qualificata. Tra i papabili figurano il cardinale Matteo Maria Zuppi, il giovanissimo filippino Tagle, il Patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, e l'arcivescovo di Marsiglia, Jean-Marc Aveline. Non è una novità che Bergoglio avesse incaricato il cardinale gesuita Gianfranco Ghirlanda, canonista, di stilare un Motu proprio per ridefinire le regole del Conclave.

Una modifica che non è stata portata a termine, visto il sopraggiungere della morte di Jorge Mario Bergoglio. E dunque, c'è chi si interroga sulla durata del Conclave che potrebbe protrarsi a lungo fino a quando non si troverà una convergenza sul nome del 267° Papa della Chiesa cattolica.

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