Sconvolte, allalba del primo giorno dellanno, sono state trasportate in ambulanza alla clinica Mangiagalli dove, ad accoglierle e a confortarle, oltre alla loro mamma, cerano le psicologhe del Servizio violenze sessuali (Svs). Non se lo immaginavano certo così il Capodanno a Milano due sorelle di 23 e 21 anni, due studentesse italiane che sono venute a trascorrere le feste, in compagnia della madre, sotto la Madonnina, ospiti di alcuni parenti. E, del resto, chi può pensare che, allo scoccare della mezzanotte, sotto il Castello Sforzesco illuminato da centinaia di luci azzurro mare, tra gli abbracci festanti dei presenti, sinsinuino anche le manacce di qualche nordafricano morboso intenzionato addirittura ad approfittare di qualche bella ragazza al punto da spingerla a terra e spogliarla?
Eppure questo è proprio quanto è capitato alle due poverette la notte di Capodanno in piazza del Cannone, dove sono state circondate da un gruppo di 5-6 maghrebini che le avevano adocchiate e corteggiate a parole già da un po e che hanno atteso solo il momento di giubilo e confusione generale per entrare maggiormente in contatto con le due giovani e, fingendo di festeggiare, circondarle e toccarle insistentemente, fino a tentare una vera e propria violenza sessuale. La squadra mobile, che indaga sul caso, adesso li sta cercando. In particolare, nel mirino della polizia è finito uno del gruppo, il più «intraprendente» e che dovrebbe essere coetaneo delle sorelle.
Ma vediamo comè andata nei dettagli. Arriva mezzanotte in piazza Castello, sotto il palco la folla si esalta. Dopo le urla di giubilo generali, le manifestazioni di gioia condivisa per larrivo del nuovo anno, le ragazze, insieme alla madre, tentano di allontanarsi dal punto dove si trovano, in piazza del Cannone. In un primo tempo, infatti, le tre donne non si accorgono di essere seguite dal gruppo di stranieri che, una manciata di secondi dopo, convinti di essere «coperti» dalla confusione e abbastanza lontani dai poliziotti presenti sul posto per gestire lordine pubblico, le raggiungono, le strattonano e le spingono a terra. Qui il «branco» cerca di sfilare i pantaloni a una delle due e, dopo esserci riuscito, la palpeggia con violenta insistenza nelle parti intime. Anche la madre, intervenuta in loro difesa, viene spinta a terra, mentre le sue figlie disperano di potersi sottrarre ai loro aggressori: il frastuono della folla festante, infatti, copre le loro grida e le invocazioni daiuto della madre. Solo lintervento, davvero provvidenziale, di alcune persone - che assistono a parte della scena e realizzano subito che non si tratta né di uno scherzo né di un gioco e allontanano i nordafricani - permette alle tre donne di fuggire scavalcando la recinzione del parco Sempione.
Dopo aver raggiunto una jeep della polizia che si trova sul posto e aver raccontato, tra le lacrime e le grida di paura, quel che è appena accaduto, inizia la caccia degli investigatori ai nordafricani colpevoli di tentata violenza sessuale. «Nonostante il loro comprensibile stato danimo le ragazze sono molto collaborative - spiega Francesco Messina, dirigente della squadra mobile e coordinatore, insieme al vice questore Alessandra Simone, dellinchiesta affidata alla sezione che in Questura si occupa di reati su minori e violenze sessuali -.
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