«Veltroni vuole 500 nuovi taxi? Allora a Roma tariffe più alte»

da Roma

«Veltroni fa il decisionista alle nostre spalle. E ci ha messo tutti contro: la stampa, l’opinione pubblica, tutti». Loreno Bittarelli, presidente di Uritaxi e primo interlocutore del Comune di Roma nella vertenza che ha bloccato per due giorni la capitale, ha siglato la tregua con il Campidoglio ma resta convinto che i tassisti romani siano «cornuti e mazziati».
Perché, Bittarelli?
«Guardi, la nostra categoria non si può permettere di assorbire le 500 licenze che il Comune ci sta imponendo. Lo sa che nell’ultimo anno a Roma sono state rilasciate più nuove licenze che nel resto delle città italiane negli ultimi dieci anni?».
Forse a Roma serve qualche taxi in più.
«Io le dico che Veltroni vuole inflazionare la nostra categoria. E a noi 500 auto in più creano problemi economici, perché diminuiscono il nostro reddito, ma anche fisici. Non sappiamo nemmeno dove parcheggiarle, tutte queste macchine. E le corsie preferenziali sono insufficienti».
Ma qualcosa avete portato a casa. Ad esempio l’aumento tariffario del 18 per cento.
«Questa non è certo un vittoria. Le tariffe non aumentavano dal 2001, e negli ultimi sei anni i nostri costi, tra inflazione, benzina, assicurazioni, sono aumentati almeno del 30 per cento. La verità è che è stato Veltroni a ricattare noi: non ci ha permesso di spiegare le nostre posizioni, e mentre con una mano ci ha dato meno di quello che ci spettava, con l’altra ci toglieva molto di più».
Ma queste 500 nuove licenze...
«Arriveranno, purtroppo. Il Campidoglio ci ha dato solo la disponibilità a discutere su tempi e modi. Ma Veltroni è avvertito: se queste licenze sono inevitabili, sarà inevitabile anche rinegoziare l’aumento tariffario».
Per il momento però è tregua.
«Sì, un segnale di responsabilità nei confronti della cittadinanza».


Che certo non vi ama.
«Certo, noi siamo diventati il problema dell’Italia. Ma i problemi dell’Italia sono altri. E questa situazione ci offende. Si tollera Action, si tollerano gli ultrà, ma dai tassisti non si tollera niente».

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