Venezia il giorno dopo

da Venezia

Ermanno Olmi sulla terrazza dell'aeroporto Nicelli, il gala finale nel giardino del Des Bains... Venezia ha chiuso così il suo aspetto glamour, e il bilancio che se ne può trarre è che, anche su questo versante, è stata una Mostra in tono minore...
Olmi è stato festeggiato alla sua maniera, 300 ospiti rigorosamente placés in tavoli da otto (solo il Maestro aveva un tavolone da 38 amici, il clan Nonino e il clan Missoni al gran completo), altri duecento per un dopocena in forma di osteria con un sapore di festa paesana sulla terrazza dell'aeroporto del Lido ingombra di botti di rovere e vasi di terracotta, salumi e formaggi. Fra gli invitati Adriano Celentano e Claudia Mori, ovviamente, Renzo Piano, Cesare Romiti, Monica Guerritore, molta Rai, molto cinema italiano.
Per il gala del Des Bains ci ha pensato l'architetto Frank O. Gehry, mostro sacro nel suo campo, Leone d'oro alla carriera all'undicesima Mostra internazionale dell'Architettura. La festa è stata infatti pensata anche come anello di congiunzione fra una Biennale Cinema che chiude e una Biennale d'Architettura che si apre. Serata a buffet, di quelli a isola: lì solo antipasti, qui solo primi, e così via. Un'intera isola era fatta di soli pani... Molti degli inviati dell'una sono passati all'altra, senza bisogno di cambiarsi nemmeno di smoking.
Il party più affollato è stato quello organizzato dalla rivista Ciak (Cheek to Ciak si chiamava), pieno di giornalisti e attori nostrani. C'era tanta di quella gente che era meglio starsene fuori sulla terrazza dell'Excelsior a prendere aria... Il più riservato ha avuto luogo su una barca tipica veneziana, un burchio di nome Timoteo in onore di Marco Bechis e del suo BirdWatchers: appena ottanta invitati, compresi gli indios protagonisti.

Il più sontuoso, naturalmente, si è rivelato quello di Valentino, tenutosi regalmente a Venezia nello splendido Palazzo dei Leoni sul Canal Grande, dove ha sede la Fondazione Guggenheim, e dove dalla A di Afef alla T di Theron (Charlize) alla V di Vodianova (Natalia) l'alfabeto delle belle era al suo top. C'era però più moda e mondanità che cinema.

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