Venezia, studentessa 16enne muore d'ecstasy

La ragazza si è sentita male sabato notte durante una festa al Lido di Venezia. Il decesso ieri in ospedale. Il pm ha aperto un'indagine contro ignoti per omicidio colposo

Venezia, studentessa 16enne muore d'ecstasy

Venezia - È morta intorno alle 18 di ieri all’ospedale di Dolo. Stroncata da una pasticca di ecstasy sciolta in una bevanda. È finita così, nel frastuono della musica techno sparata durante una festa al Lido di Venezia, la vita di Nicole, una ragazzina di 16 anni. Con altre due amiche - tutte originarie di Rovigo - sabato sera era andata sulla laguna per assistere ai tradizionali fuochi d’artificio della festa del Redentore. Poi, probabilmente attirata dal passaparola di altri coetanei, si era spostata al Lido per partecipare a uno dei tanti «sound» che i giovani organizzano in spiaggia. Feste aperte a tutti, gratuite, nella maggior parte dei casi non autorizzate, dove bastano due casse e qualche alcolico per passare la nottata.

C’erano almeno duemila ragazzi, nella notte fra sabato e domenica, sui 12 chilometri dell’isola. Fra loro anche il pusher che ha venduto alla ragazza e alle sue amiche l’Mdma, la molecola dell’ecstasy. La giovane ha sciolto la pasticca nel bicchiere di plastica, ha bevuto, poi si è allontanata per accasciarsi sulla sabbia priva di sensi. Immediatamente soccorsa, la giovane ormai in coma è stata portata al presidio medico allestito per la festa del Redentore. Poi è stata trasferita all’ospedale di Mestre, troppo pieno per accoglierla. Infine, nel reparto di Rianimazione di Dolo. Qui i medici hanno fatto il possibile per salvarle la vita. Fino al tardo pomeriggio di ieri, quando il cuore della giovane ha smesso di battere.

Gli investigatori della questura di Venezia ora sono sulle tracce del pusher, un uomo o una donna - le amiche della vittima non riescono a ricordare il particolare - che, infiltrato fra i ragazzini, ha venduto le dosi di droga sintetica. Risalire alla sua identità non è facile. Per tradizione, infatti, le feste organizzate al Lido per il Redentore sono libere, quasi improvvisate, a parte il solito tam tam di messaggi su internet. Lo era anche «Red’n’tor», il «sound» allestito agli Alberoni scelto dalle tre ragazze per passare la nottata. «I giovani passeggiano sul mare, spostandosi da un chiosco all’altro. Bevono e ballano dove capita, sulla sabbia - spiega uno di loro che preferisce rimanere anonimo -. Chiunque può infiltrarsi e vendere ecstasy».

Quest’anno c’era anche il gazebo dell’Rdn (Riduzione del danno) per sensibilizzare i ragazzi sui pericoli della droga. «Hanno organizzato un’area relax nella quale distribuivano volantini», rivela il giovane. Nelle altre feste - a metà strada fra semplice falò e rave - a dominare era invece la techno, che con il suo ritmo incalzante fa spesso da colonna sonora allo sballo dei ragazzi.

Le indagini ora proseguono.

Il magistrato della Procura di Venezia Lucia D’Alessandro ha aperto un’inchiesta «contro ignoti» per omicidio colposo e ha disposto l’autopsia e il relativo esame tossicologico. Solo così si potrà verificare l’effettiva relazione fra l’assunzione di ecstasy e il decesso della ragazza.

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