Venti villette rom nel parco Sud bloccano il piano case popolari

C’è anche la security. Proprio come nei più esclusivi parchi residenziali. Due donne, a bordo di un’auto di lusso, controllano il vialetto di accesso alle ville degli zingari. Ti guardano con sospetto, si avvicinano e chiedono: «Stai guardando il panorama?». Poi ti fanno capire senza mezzi termini che quella è «proprietà privata» e che ti conviene andar via.
Il panorama è una bella porzione del parco agricolo Sud, che si può ammirare dal ponte che collega Muggiano con Cesano Boscone, a ridosso della tangenziale Ovest. La vegetazione nasconde appena gli orti curati dai residenti anziani e i fabbricati che i rom hanno costruito abusivamente su terreni destinati a esclusivo uso agricolo. Il più grande spicca fra gli altri, col tetto rosso spiovente, le mansarde con le finestre di legno e le immense antenne paraboliche attaccate ai balconi. Svetta a pochi metri degli orti. Protetto da un cancello automatico all'interno del quale sono parcheggiare roulotte e automobili di grossa cilindrata. Ma la proprietà è privata solo in parte. Perché, fra le circa venti ville mai condonate del parco Sud - costruite su terreni acquistati per pochi spiccioli dai rom -, alcune sono state edificate sui suoli dell’Aler. Un milione 200mila metri quadri, al momento vincolati, ma destinati, nei progetti dell'azienda, a ospitare edifici popolari o a canone moderato. Per cercare di accorciare una lista di attesa di 18mila cittadini in condizioni economiche difficili. Fatto sta che, in attesa che il suolo sia svincolato e diventi finalmente edificabile, a costruire le case ci hanno pensato gli zingari. Cottage da uno o due piani provvisti di ogni comfort. Fra le campagne di Muggiano e Cusago se ne contano una ventina. Quasi tutti appartengono a clan di origine slava.
Rom ricchi, come testimoniano le auto di lusso che sfrecciano a tutta velocità fra le stradine di campagna. «Qui non c’è niente da vedere - avverte uno di loro abbassando il finestrino della sua Mercedes nera decappottabile -, andate via». I residenti italiani convivono con gli zingari da circa 15 anni, da quando cioè sono comparsi i primi insediamenti. «Ormai sono diventati i padroni del quartiere - spiega un signore anziano -. Tutti sanno che queste case sono abusive, ma in tanti anni ne è stata abbattuta soltanto una». Nel lontano autunno del 2005, dopo un iter giudiziario lunghissimo. Diversi ostacoli burocratici rendono, infatti, difficile la demolizione. Gli abusi devono prima essere segnalati all'autorità giudiziaria, poi occorre attendere il via libera della magistratura e la successiva acquisizione degli immobili al patrimonio comunale. Solo a quel punto è possibile passare alla demolizione. «Nelle prossime settimane - assicura però il vicesindaco con delega alla Sicurezza, Riccardo De Corato - abbatteremo una costruzione illegale in via Cusago. E anche alcuni edifici abusivi all’interno dei campi rom regolari». Nel corso degli anni, gli zingari hanno persino presentato diverse richieste di sanatoria. Tutte respinte al mittente. «Alcuni sono nostri clienti - racconta la proprietaria di un bar a Cesano Boscone -, ci hanno detto che le ville sono condonate. Ma noi sappiamo che non è vero».
«La convivenza con queste persone è diventata davvero difficile - continua una signora che abita nelle nuove case di Muggiano -. Furti e violazioni sono all’ordine del giorno. Senza contare che se ti avvicini alle loro case per raccogliere l’insalata vieni minacciato e poi cacciato». A meno che non ti conoscano bene.

Come capita ai proprietari degli orti. «Ormai sanno chi siamo e ci tollerano - conclude una coppia di anziani -, ma non capita sempre. E così alcuni piccoli contadini come noi sono stati costretti a vendere il loro pezzo di terra».

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