Vento e grandine, allagamenti e disagi

Un concerto di tuoni, il cielo illuminato dai lampi e poi un improvviso scroscio d’acqua, seguito da una lunga e violenta grandinata. All’alba di ieri un violento temporale ha investito Roma e il Lazio, provocando allagamenti e disagi soprattutto nella capitale, imbiancata dalla grandine quasi fosse innevata. La quantità di acqua caduta ha trasformato in piscine numerose piazze e tratti delle vie consolari. Centinaia le chiamate e le richieste di soccorso ai vigili del fuoco, costretti a lasciare decine di «casi» meno urgenti in lista d’attesa, e molte le ripercussioni sul traffico, anche se la domenica ha contenuto i problemi, soprattutto per l’allagamento di piazza del Colosseo, via Cassia all’altezza del civico 548, piazza Numa Pompilio, via delle Mura Portuensi, via Boccea e piazza Ostiense. Prima del nubifragio, anche via Casilina nella notte è stata chiusa per due ore a causa di un incidente stradale avvenuto intorno alle 2.
Ma ad aggravare il quadro generale, appunto, è stato il maltempo. Che ha bloccato anche i voli su Ciampino per un’ora, con inevitabili ricadute sulle partenze del primo mattino: tra le 6 e le 7 cinque voli in partenza per Gerona, Treviso, Orio, Parigi e Bucarest hanno registrato ritardi compresi tra i 30 e i 120 minuti, e un volo Ryan Orio-Ciampino è stato deviato su Fiumicino. La zona del secondo scalo della capitale, d’altra parte, è stata tra le più colpite: in uno dei sottopassaggi dell’Appia, completamente allagato, sono rimaste sommerse due autovetture, ed è stato necessario l’intervento dei sommozzatori per accertare che a bordo delle macchine non ci fosse nessuno. L’acqua in via Portuense ha addirittura «scardinato» il serbatoio del gpl (pieno) di un distributore Tamoil, e ieri mattina sono entrati in azione i vigili del fuoco chie hanno chiuso per ore al traffico la strada per mettere in sicurezza il serbatorio prima di travasare il gas di petrolio liquefatto in un’autocisterna.
E per «rimettere in ordine» la città l’Ama ha messo in campo 82 uomini, pianificando un intervento straordinario per rimuovere foglie e grandine, soprattutto da tombini e caditoie. In zione almeno una squadra per ogni municipio della capitale, e ognuna di queste era in contatto con i vigili urbani per mettersi all’opera su chiamata in caso di operazioni urgenti. Centinaia gli interventi di pulizia straordinaria effettuati con molte macchine spazzatrici e con due idrovore.
Ma mentre la città viveva un’altra giornata di emergenza, la situazione al Passo della Sentinella di Fiumicino, dove venerdì sera erano state fatte sgomberare 170 persone per le condizioni del mare, sembra tornare alla normalità. Ieri sera le prime famiglie sono potute rientrare nelle loro case, mentre proseguono i lavori della protezione civile per svuotare con autopompe dall’acqua cantine, piani terra e giardini allagati.
Riprendono anche i contatti con le isole Pontine: sabato era stato ripristinato il collegamento di Ponza con la terraferma e ieri è toccato a Ventotene: in tarda mattinata la «Tetide» ha lasciato il porto di Formia diretto all’isola, il cui porto era stato danneggiato dalla mareggiata che venerdì ha provocato l’affondamento di decine di imbarcazioni ormeggiate oltre che danni a strutture sulle banchine.

Ma ieri a mezzogiorno erano terminate le operazioni di recupero dei detriti finiti nell’acqua del porto, e restava inagibile solo un piccolo tratto di banchina.
Intanto i Verdi in consiglio regionale rilanciano la possibilità, paventata due giorni fa proprio dal sindaco di Ventotene, che la Regione chieda al governo lo stato di calamità naturale.

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